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Roma, campi nomadi pericolosi e inagibili. L’ufficio tecnico a Gualtieri: ”Bisogna chiuderli”

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Campi nomadi a Roma

Roma. Il Dipartimento Lavori pubblici del Campidoglio, che si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria dei campi rom regolari di Roma, ha scritto in una nota che ”Tutti i Villaggi della Solidarietà di Roma Capitale non sono agibili e pertanto è necessario allontanare gli occupanti dai moduli trovando altre forme alloggiative”. Poi, arrivano le dichiarazioni che cavalcano la notizia, come quella di Federico Rocca (FdI), presidente della Commissione Trasparenza: ”lo denunciamo da anni e il problema campi rom ora è esploso con il rischio di far precipitare Roma nell’emergenza”, come riporta anche il Messaggero. Ad ogni modo, la notizia è inusuale. Di fatto, che gli uffici comunali scrivano al Sindaco di Roma per riferire che i campi sono inagibili e che devono essere tutti chiusi, non è di certo una cosa convenzionale. Ci si aspetta di solito chiusure a scaglioni, come invocate spesso dal centrodestra per ragioni di sicurezza, o dal centrosinistra per umanitarismo. Ma in blocco, così, no. 

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I tecnici scrivono a Gualtieri: necessario allontanare gli occupanti

Così come del resto rimane inusuale e visibile la frase che procede dalla lettera del 1 febbraio: ”Si declina ogni responsabilità per scelte diverse operate dall’Amministrazione”. Che tradotto significa che i tecnici stanno avvisando la politica, e che se succede qualcosa la colpa è dell’amministrazione. Il dossier sta creando da qualche giorno più di qualche problema al Sindaco Gualtieri, il quale avrebbe chiesto un incontro urgente al Prefetto di Roma per affrontare la problematica. Problematica gravosa anche per il periodo in cui emerge: una settimana prima del voto per le regionali 2023. Bisogna, insomma, trovare un posto per un paio di migliaia di persone. Non è poca roba. Senza contare che il problema non è di certo nuovo, perché anche Virginia Raggi era stata informata delle criticità strutturali.

Le criticità dei campi nomadi a Roma: il rischio

La lettera risaliva, in quel caso, al 2017. Nella lettera, si continua a leggere che a causa del ”continuo danneggiamento delle strutture e degli impianti… gli impianti elettrici non risultano a norma (e non risulta che siano mai state acquisite le necessarie certificazioni); i presidi e gli impianti antincendio non sono presenti o inutilizzabili in quanto oggetto di continui danneggiamenti e manomissioni; le fognature vengono ripetutamente ostruite; si verificano continue perdite idriche dovute a manomissioni delle reti e inadeguatezza delle stesse; infine è presente un grande quantitativo di rifiuti che oltre a essere causa del proliferare di ratti, costituisce causa dell’otturazione delle linee fognarie”.

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