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Roma, degrado Capitale: statua di Giordano Bruno ricoperta di rifiuti e usata per reggere le bancarelle

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Statua Giordano Bruno
Siamo a Roma, a Campo de’ Fiori, in una bella giornata autunnale. La piazza è popolata di bancarelle che vendono i soliti cenci. Il povero Giordano Bruno, come se non avesse patito abbastanza, sta lì, tra cumuli di spazzatura che tentano di arrampicarsi fino alla sua tonaca, e bengalesi che usano la base del monumento per attaccare le funi che reggono improvvisati gazebo.
La denuncia – comparsa un paio di giorni fa sul profilo Facebook di Andrea La Rovere, scrittore e social media specialist – è corredata da una immagine inequivocabile.

Non perché tutti riconoscano il personaggio. Anzi, c’è chi per sapere chi sia deve leggere l’incisione, come spiega lo stesso La Rovere.

“Ao’, e questo cor cappuccio chi è?”. La signora ha la parlata strascicata da romanaccia de borgata, la tuta leopardata dei cinesi e i capelli che virano su un violetto oltrefunebre; a capo di un manipolo che sembra uscito da un film anni Settanta con er Monnezza, rivolge sguaiate risate al monumento che, con espressione torva, squadra i passanti lì in piazza.
Esaurita l’eco degli sghignazzamenti, la donna strizza gli occhi e prova a leggere l’iscrizione posta sotto la statua, per chiarire quel ben misero mistero. “Aspetta ‘n po’, famme vede che ce sta scritto…”, si legge nel profilo dello scrittore. Ma se per riconoscere chi sia rappresentato nella scultura serve leggere, tutti capiscono al volo cosa ci sia sotto quella statua: montagne di rifiuti che la insozzano.

Giordano Bruno circondato da rifiuti

La statua bronzea realizzata dallo scultore Ettore Ferrari e ubicata a Campo de’ Fiori (nel luogo dove il filosofo fu immolato il 17 febbraio del 1600) “spicca sotto l’azzurro del cielo, in netto contrasto con i cumuli di ‘monnezza’ che mandano sinistri bagliori, quasi volessero accendere un nuovo rogo ai piedi del grande filosofo. Ma no, non ce n’è bisogno: Giordano Bruno brucia ancora, e la mordacchia che gli impedisce di parlare pare stringergli la lingua come quattrocento anni fa”, chiosa La Rovere.
“Roma è bellissima, talmente meravigliosa da commuovere – scrive ancora Andrea La Rovere –  che si passi da piazza Navona, dal Colosseo o si visiti uno dei suoi infiniti monumenti. Ma anche, semplicemente, percorrendo un anonimo vicolo segnato da secoli di storia. E no, tanta bellezza non ce la meritiamo” è l’amara sentenza. 
Statua Giordano Bruno

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