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Streptococco a Roma, è allarme contagi tra i bambini: i consigli degli esperti e quali sono i sintomi

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Streptococco a Roma

Lo streptococco a Roma potrebbe diventare allarme, se non contenuto. Già in questi giorni i bambini sono assenti in classe, mentre nelle farmacie i genitori si ritrovano a fare la fila per poter richiedere un tampone. Un tampone, sia chiaro, non per il Covid-19. Non si tratta di un virus bensì di un batterio che sta spopolando ultimamente tra i bambini: lo “streptococco”, un batterio comunemente presente nella gola ma che in alcuni casi può innescare anche gravi infezioni. 

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Streptococco, come si trasmette tra i bambini

Nel dettaglio, la variante “pyogenes” è molto contagiosa, si trova nella mucosa del naso e della gola, e si può facilmente trasmettere con la tosse o gli starnuti, così come per contatto salivare in genere. Queste sono le ragioni principali che innescano la sua rapida diffusione negli asili e nelle scuole. In molti nidi di Roma, sono tanti i bambini positivi a causa della sua diffusione. A confermare la tendenza, sono anche i numeri delle vendite in farmacia degli auto-test.

Contagi in rialzo rispetto all’anno scorso

I medici sono concorsi nell’affermare che, rispetto all’anno scorso, il 2022, l’infezione è certamente aumentata almeno del 20%, e secondo i farmacisti il dato sarebbe più alto a fronte di quelle che sono le richieste proprio dei test. L’infezione si manifesta  principalmente attraverso mal di gola, la febbre, i dolori muscolari, il che la rende perfettamente confondibile con l’influenza o la tonsillite. ”L’infezione da streptococco è sempre esistita ma con la rincorsa al test in presenza anche solo di un positivo in una classe – dichiara Teresa Rongai, a capo della Federazione italiana medici pediatri del Lazio, con parole riportate anche da il Messaggero – possono emergere altri positivi ma attenzione perché molti bambini sono portatori sani e dunque senza sintomi non devono assumere in alcun modo gli antibiotici come si prevede invece per i sintomatici”. Infine, come dimostrano le assenze nelle scuole, non sono solamente i bambini piccoli, quelli tra i due e i sei anni, ad esserne contagiati, ma anche i più grandi, come gli alunni delle elementari o delle medie, con decorsi sintomatici che possono durare anche fino a dieci giorni. 

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