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Suicidio guardia giurata al Circo Massimo, parla un collega: “Siamo vittime del burnout”

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Non siamo poliziotti di serie B. Con queste parole una guardia giurata ha commentato il tragico episodio accaduto ieri al Circo Massimo intorno alle 13. Protagonista un vigilante di 57 anni che ha deciso di farla finita in strada di fronte allo sguardo irretito di decine di passanti. Una morte in diretta che ha sconvolto l’intera città, seguita nel pomeriggio, nel quartiere di Monte Mario, da un altro suicidio in strada, un episodio similare, seppure di diversa matrice.

Sarebbero molti secondo Marco (nome di fantasia) i fattori che condurrebbero molte persone, uomini e donne, che svolgono questa professione, al burnout. Dalla demotivazione alla frustrazione e alla depressione il passo è breve, secondo il nostro testimone. E gli stipendi non arrivano in molti casi a 1200 euro al mese.

“Turni massacranti che ci allontanano dalla famiglia”

“Siamo sottoposti a turni massacranti – dichiara Marco – Raramente riusciamo a stare con la famiglia e infatti la maggior parte di noi finiscono per divorziare e vivere lontano dai figli”. Solitudine, fallimento del progetto matrimoniale, turnover che spesso non prevede il riposo settimanale, sarebbero secondo Marco le ragioni fondamentali alla base del crollo emotivo.

“Ci spostano da un posto ad un altro con estrema facilità – incalza l’uomo. E tutto questo senza neppure una parvenza di gratificazione”. Zero vita sociale, nessuna pausa neppure per allenarsi o fare sport perché non c’è nessuna regolarità nei turni assegnati, denuncia Marco. “Siamo sottopagati – dichiara l’uomo – Non ci rinnovano il contratto da tempo immemorabile. I sindacati di categoria fanno continuamente riunioni e manifestazioni senza ottenere nulla”.

“Derisi e considerati poliziotti di serie B”

Anche l’anno scorso una donna vigilante si suicidò puntandosi una pistola alla tempia. E sono molti i casi di cronaca nera che vedono troppo spesso come protagonisti di omicidi, omicidi-suicidi. stragi familiari proprio loro, le guardie giurate. Ad affondare il coltello nella piaga – secondo Marco – anche il trattamento riservato a questa categoria bistrattata su ogni fronte, pure dai colleghi delle forze dell’ordine. “Ci considerano poliziotti di serie B, talvolta ci deridono e ci denigrano. Salvo ricorrere a noi quando ne hanno bisogno”.

Intanto ieri l’Osservatorio Suicidi in Divisa ha pubblicato sulla propria pagina Facebook la lista dettagliata del numero di suicidi e tentati suicidi dal 2021 ad oggi, dove 12 risultano essere le vittime solo tra le guardie giurate, 8 tra il personale della Polizia Penitenziaria, se si escludono i 2 casi di tentato suicidio. Insomma, una vera e propria emergenza sociale.

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