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Tuscia, organizza la sparatoria su WhatsApp e fa uccidere il cognato. Una donna in carcere

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rapina a mano armata a Frascati

WhatsApp non è utile solamente a inviare chat istantanee, ma anche a organizzare omicidi come quello avvenuto in Tuscia nell’agosto del 2022. I fatti risalirebbero al 7 agosto, quando Salvatore Bramucci venne ucciso in una sparatoria a Soriano della Tuscia. A farlo uccidere, sarebbe stata la cognata, che nel tempo aveva maturato un odio atipico nei confronti del marito della sorella. E’ stata stessa lei a mettere su la squadra per uccidere l’uomo, reclutando i sicari attraverso la famosa app di messaggeria istantanea. 

Non solo trovava accordi economici con gli assassini, ma attraverso WhatsApp la donna dava direttive ai malviventi, orari della vittima e soprattutto comunicava gli spostamenti di Salvatore Bramucci. I killer scelti per l’assassinio, li aveva assoldati nelle zone Roma Est, Guidonia e Ponte di Nona, in quanto la stessa mandante era solita frequentare i giri malavitosi di quelle zone. Oggi la donna è nel carcere di Rebibbia, dove sconta la pena. 

Gli sviluppi dell’omicidio della Tuscia

Accecata dall’odio, non solo ha ignorato come poteva essere semplice rintracciare i propri messaggi su WhatsApp da parte delle Forze dell’Ordine, ma anche quel grande dolore che avrebbe creato nei figli di Salvatore Bramucci e sua sorella. Secondo i Carabinieri di Viterbo, che stanno indagando sull’omicidio, il movente dell’efferato reato sarebbe da ricondurre a una questione di soldi. In tal senso, gli agenti valutano due piste. 

La prima, legata a una richiesta di denaro della donna verso la vittima, non andata a buon fine. L’altra che avrebbero visto l’uomo immerso in giri non ancora chiariti, con la donna che gli avrebbe richiesto dei “soldi sporchi”. Quello che è noto, però, è l’epilogo tragico di questa storia. Bramucci una volta uscito dalla propria casa il 7 agosto, non fece più ritorno. Venne fermato da tre killer a bordo della sua Chevrolet Captiva, venendo freddato con diversi colpi d’arma da fuoco. 

Due dei tre sicari, vennero arrestati il 13 settembre. Il terzo elemento, oggi, è ancora ricercato dalle Forze dell’Ordine. Secondo la ricostruzione dell’omicidio fatta dagli investigatori, i tre sicari avrebbero raggiunto Acquafredda a bordo di due automobili, di cui una era rubata. Qui avrebbero aspettato l’uscita di casa del Bramucci, bloccandogli la strada e freddandolo con colpi di pistola al petto e alla testa. La vittima sarebbe morta davanti ai loro occhi. 

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