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Sapevate che a Roma si può fare colazione in un tram del ‘900?

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Tram Depot Roma

Un caffé può essere una pausa, ma anche un’esperienza ricercata. Ambientazione bohémien, proposte eco-chic e atmosfere nostalgiche sono gli ingredienti per una ricetta che a Testaccio e Talenti funziona. Merito di Tram Depot, un tram di inizio ‘900 adibito a chioschetto a via Marmorata, zona Testaccio. A giugno 2023, poi, il concept gastronomico ha fatto il bis, aprendo un secondo punto a via Corrado Alvaro, in zona Talenti. Tra proposte chic e atmosfere romantiche, Tram Depot si conferma una piacevole scoperta per i turisti o un punto di riferimento per i romani più sofisticati.

Come nasce Tram Depot?

Il concept nasce nel 2013 dalla famiglia Amorosetti, ma il tram antico ha una storia a parte. Il chioschetto un tempo apparteneva infatti alla famiglia Guerini e risale al 1903. Nel chiosco testaccino, che ricorda una vecchia motrice, tantissimi romani assetati avranno avuto modo di assaggiare limonate ghiacciate, per poi degustare le tipiche “grattachecche” romane e altre bibite fresche. Per vedere evolvere il ristoro a progetto gastronomico bisognerà aspettare il 2013, quando le redini del chiosco sono state prese in mano da Giulio Amorosetti e Daniele Martelli, titolare dell’altro Tram Depot a Talenti.

Tram depot

Oggi il punto forte di Tram Depot è il caffè “specialty”, tra i primi a Roma ad averlo, di qualità superiore e acquistato solo da torrefazioni artigianali. Oltre al caffé d’eccellenza, il chiosco offre però tantissime altre opzioni per palati raffinati tra liquori, distillati, amari per chi vuole sorseggiare guardando il tramonto al Testaccio, torte bio, centrifughe, tantissime scelte vegan e aperitivi sfiziosi, da accompagnare con cocktail particolari (tra cui spiccano il Rum Cooler e un maestoso Hendrick’s Tonic).

Non resta che andare: ma quando? Da vero punto di riferimento, potrete farlo tutti i giorni, da mattina fino a notte, scegliendo la soluzione che più vi aggrada. A colazione potrete “viziarvi” con cappuccini schiumosi, ottimi cornetti e biscotti bio. Per il pranzo invece, potrete approfittare delle delizie street food di Bottega Pasolini, realtà molto famosa del mercato di Casal de’ Pazzi con cui è attiva una partnership con il Tram Depot. Andando avanti con l’aperitivo, tra vini naturali, biologici, birre e cocktail, con una nuova drink list in cui il caffè è protagonista, fino al dopocena.

Quando comparvero i primi tram a Roma?

I primi tram elettrici comparvero a Roma nel 1890, quando la SRTO (Società Romana Tram Omnibus), alla presenza di Re Umberto, sperimentava sulla via Flaminia il primo tram elettrico. Una rivoluzione importata dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra, che utilizzavano un sistema di elettrificazione in serie. Tuttavia a Roma l’esperimento non raggiunse i risultati sperati e l’impianto elettrico fu presto smantellato. Bisognerà aspettare il 1930 perché la Municipalizzata, grazie alla Riforma Tranviaria, elaborasse una razionalizzazione del sistema di infrastrutture della mobilità a Roma, riducendo la sovrapposizione tra le linee e sopprimendo il tram lungo alcuni percorsi nel Centro storico. 

Tram depot

Con la Seconda Guerra Mondiale, parte di quel sistema tranviario fu purtroppo distrutto dai bombardamenti del 19 luglio e del 13 agosto 1943, che colpirono il deposito di Porta Maggiore e le Officine Centrali, distruggendo 69 tram e danneggiandone altri 219. I lavori di ammodernamento della viabilità tranviaria a Roma riprenderanno nel 1975 e si consolideranno nel 1983. In quell’anno fu ricostruito il binario su via Flaminia, tra viale delle Belle Arti e piazza Mancini. Inolttre nel 1990, in occasione del Campionato mondiale di calcio, fu possibile ripristinare i binari a piazzale Flaminio con l’istituzione della linea 2 (piazzale Flaminio – piazza Mancini) e della linea 19 torna a piazza Risorgimento. Solo 8 anni dopo, nel 1998, fu inaugurata la nuova linea 8 (Casaletto – largo Argentina), ultima realizzazione tranviaria di Roma.

I tram romani, tra passato e presente

Guardando al passato, però, i tram oggi non se la passano bene e la loro eredità storica non viene tutelata. I mezzi conservano il loro fascino, ma mancano di manutenzioni e sopperiscono solo in parte alla domanda dei pendolari romani, per velocità e per antichità, vista l’età dei convogli. Nel 2000, quando l’Atac divenne agenzia comunale della mobilità, la gestione della rete di superficie fu affidata alla società Trambus. Una situazione durata fino al 2010, quando Trambus e Met.Ro (che gestiva la rete metropolitana e le ferrovie regionali ex concesse) sono state riassorbite dall’Atac stessa. Da allora gli unici tram che piacciono ai romani, sono quelli che permettono loro di riposarsi, come a Testaccio e a Talenti.

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