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Focolaio Covid-19 al San Raffaele, bufera nella bufera: duro botta e risposta tra Lega e D’Amato (Regione). E intanto i lavoratori rischiano il posto

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Attorno al San Raffaele di Roma non accenna a placarsi la bufera a seguito dello scoppio del focolaio da Covid-19 che ha fatto registrare nelle ultime 24 ore ulteriori 22 casi. Ma oltre alla situazione nella Capitale l’azienda deve fare i conti anche con l’altra RSA, quella di Rocca di Papa, dove i lavoratori – 160 – hanno annunciato per lunedì prossimo un flashmob per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi del mese di aprile. E proprio a seguito di questo annuncio è scoppiata un’altra bufera, quella sul piano politico.

Lega: «Revoca convenzione al San Raffaele è atto di bullismo»

«Il mancato pagamento dello stipendio addirittura di aprile di centossessanta lavoratrici e lavoratori del ‘San Raffaele’ di Rocca di Papa e’ l’ennesimo capolavoro di Zingaretti e soci. La struttura, cosi’ flagellata dalla diffusione del coronavirus da diventare vero e proprio cluster durante i giorni piu’ bui della propagazione, grazie alle decisioni della Regione, sembra quasi essere stata individuata come la responsabile del focolaio».

«Diversamente non si spiegherebbe la procedura di revoca dell’accreditamento sanitario promosso dalla Regione nei confronti del ‘San Raffaele’». Cosi’ i parlamentari della Lega Gianfranco Rufa, Claudio Durigon e Francesco Ziccheri all’Agenzia Dire. 

«Cio’ e’ inaccettabile– aggiungono- cosi’ come e’ inaccettabile non sapere che, con la revoca della convenzione, si blocca ogni tipo di finanziamento verso la struttura, non ultimi gli stipendi dei dipendenti. La smettano, Zingaretti e D’Amato, di usare metodi da bulli nei confronti di chi tanto ha dato agli assistiti, annoverando ben quaranta contagiati tra le proprie fila. La Lega, con l’impegno dei suoi parlamentari come quello dei suoi consiglieri regionali non smettera’ di pretendere risposte e di appurare la verita’: non si gioca con la vita e le necessita’ delle persone». 

La replica di Alessio D’Amato (Ass. Regionale Sanità): «Bullismo è attivare procedure di licenziamento»

«Respingo al mittente le accuse di bullismo fatte da alcuni parlamentari della Lega in riferimento al mancato pagamento dello stipendio dei lavoratori della San Raffaele di Rocca di Papa attribuendolo addirittura alla responsabilita’ della Regione».

«Voglio solo ricordare che a quella struttura sono attribuibili 166 casi positivi e 21 decessi e complessivamente le strutture afferenti al gruppo San Raffaele operanti nel Lazio (Cassino, Montecompatri, Rocca di Papa e IRCCS Pisana) hanno avuto ad oggi, compreso l’ultimo focolaio, 345 casi positivi e 36 decessi e due Procure al lavoro».

«Imputare questo alle decisioni della Regione e’ assolutamente ignobile. Il nostro compito e’ stato e sara’ sempre quello di tutelare la salute pubblica e coloro che hanno sbagliato dovranno assumersi le loro responsabilita’ senza alcun pregiudizio. Chi ha tradito gli anziani ha tradito la fiducia del Servizio sanitario regionale. Per quanto riguarda gli operatori della struttura di Rocca di Papa ritengo illegittime, come ribadito anche in note ufficiali dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, le procedure di licenziamento messe in atto, queste si’ che sanno di vero e proprio ricatto occupazionale». Cosi’ in un comunicato l’assessore alla Sanita’ della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

I lavoratori del San Raffaele a Rocca di Papa: «Questa è la ricompensa per aver lottato in prima linea»

Intanto i lavoratori della struttura di Rocca di Papa hanno inviato una lettera sfogandosi per tutto ciò che sta accadendo, di fatto, sulla loro pelle. «In un periodo caratterizzato dallo scoppio di questa pandemia mondiale che ha stravolto le vite do ogni cittadino e fatto salire alla ribalta il lavoro silenzioso di medici e operatori sanitari stride in maniera assordante la vicenda che sta devastando i lavoratori del San Raffaele Rocca di Papa», esordisce la lettera. «Mentre la Regione Lazio sbandiera ai quattro venti l’apertura dell’iter per l revoca di accreditamento e autorizzazione della struttura e la ASL Roma 6 contravvenendo sii dettami regionali di fatturazione in anticipo del budget per il 90% del fatturato blocca la liquidazione delle fatture in virtù di un possibile danno erariale dovuto al provvedimento di cui sopra , l’azienda San Raffaele SPA pensa bene di far partire la procedura di licenziamento collettivo dei 160 lavoratori impiegati nella clinica contravvenendo oltretutto ai dettami del decreto cura Italia che blocca i licenziamenti collettivi per 5 mesi».

La dura realtà. «Sembra un film dell’orrore ma purtroppo è tutto vero: questo è il ringraziamento e il trattamento riservato a quei lavoratori che hanno prestato servizio in condizioni di estrema difficoltà, si sono prodigati e nello stesso tempo ammalati per fronteggiare il focolaio di Coronavirus sviluppatosi in clinica. La domanda sorge spontanea a questo punto: ma i lavoratori cosa avranno fatto di male per meritarsi tutto questo? E ‘ un mistero che deve per forza di cose fornire delle risposte da parte di tutti i soggetti in causa».

Sul ruolo della Regione Lazio. «Chiediamo alla Regione Lazio di pensare non una ma cento volte prima del pronunciamento sulla richiesta di revoca dell’accreditamento: spieghi con trasparenza i reali motivi che la hanno portata a intraprendere questo percorso, considerato che siamo l’unica struttura italiana in questa pandemia globale a essere oggetto di un provvedimento dalla simile portata. che potrebbe essere giustificato solo presupponendo un comportamento di tipo doloso nell’esercizio della gestione dell’emergenza coronavirus. Non vorremmo che , prendendo a pretesto il momento particolare e cavalcata l’onda mediatica , sia in atto una manovra di tipo esclusivamente politico che coinvolga regione e proprietà con i lavoratori spettatori e ostaggio della situazione».

Soluzioni concrete. «Quindi a scanso di equivoci il Dott. D’Amato indichi chiaramente le soluzioni per far si che i lavoratori non perdano il posto di lavoro, magari prendendo a prestito il modello della Regione Toscana che , è notizia di qualche giorno fa, è subentrata nella gestione diretta di tre RSA garantendo la continuità assistenziale e il lavoro a tutti i dipendenti. Chiediamo alla San Raffaele SPA di annullare la procedura di licenziamento collettivo e di essere accanto ai lavoratori dando un segnale tangibile di vicinanza agli stessi dimostrando con i fatti di tenere al capitale umano soprattutto in questi momenti di estrema difficoltà nello svolgimento della propria professione. Un segnale tangibile che a nostro avviso non può prescindere dall’applicazione immediata del contratto AIOP ARIS di fresca pretesa di rinnovo e dal superamento del contratto pirata AIOP RSA fonte di evidenti disparità tra i lavoratori che giornalmente operano fianco a fianco e che hanno trattamento economico e normativo diverso».

Chiesto aiuto al Sindaco. «Chiediamo infine al primo cittadino di Rocca di Papa di sostenerci quanto più possibile nella nostra battaglia e di esercitare la sua opera di persuasione nei confronti delle istituzioni i preposte affinché venga salvaguardata la struttura patrimonio del paese da oltre 100 anni a garanzia della continuità assistenziale e dei servizi per la cittadinanza e il territorio circostante. L’auspicio è che tutto questo brutto periodo passi presto e diventi un lontano ricordo, vogliamo soltanto tornare alla normalità e ad esercitare il nostro ruolo con la consueta dedizione e professionalità. Ci si è riempiti la bocca sbandierando una nuova stagione di attenzione verso la Sanità, proprio grazie al problema del Covid – 19 , sarebbe delittuoso dimostrare con i fatti il contrario abbandonandoci al nostro destino». 

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