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Il Parroco di Torvaianica: «Non esistono persone di Serie A e di Serie B». Don Andrea vicino alle riflessioni di Don Mozzi sulla sessualità

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Sessualità e Chiesa, un binomio da sempre tabù che ora si prova, seppur a fatica, a scardinare. L’occasione per parlarne è una lettera inviata dal Sacerdote del Carcere milanese di San Vittore al giornale Avvenire. Don Roberto Mozzi si chiede e chiede: «Perché dopo duemila anni di cristianesimo non c’è ancora pace tra Chiesa e sessualità?». 

«Io credo che non esistano persone di serie A e persone di serie B» gli fa eco Don Andrea Conocchia tra le pagine dell’Huffington Post. Don Andrea, della Parrocchia di Torvaianica (Roma) e della Diocesi di Albano, è diventato noto alle cronache perché durante il lockdown ha aiutato diversi trans chiedendo aiuto direttamente al Papa (che  inviò poi l’Elemosiniere per aiutarli, ndr). 

Il tema di discussione è nuovamente quello della legge contro l’omotransfobia che arriverà in Aula alla Camera il 3 agosto e sulla quale la CEI si era già espressa sostenendo di come in Italia non “ci fosse bisogno di un’altra legge contro l’omofobia”.Anzi: per certi versi può diventare “anche pericolosa” e che potrebbe introdurre persino “un reato di opinione”.

«La cosa fondamentale è mettere al centro la persona – sostiene Don Andrea che non vuole però entrare “nel merito né della nuova legge e né tanto meno nel comunicato dei Vescovi”  – andare cioè oltre la sua sessualità. Bisogna che la gente incontri nella Chiesa il vero messaggio di Gesù e non le rigidezze che inventiamo noi uomini». «Dobbiamo essere aperti e accoglienti, omosessuale, transessuale sono aggettivi quando piuttosto dobbiamo focalizzarci sulla persona che è sostantivo», conclude.

 

 

 

 

 

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