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Il problema della privacy delle criptovalute

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La privacy è un problema che affligge inesorabilmente ogni utente che naviga in rete. Qualsiasi interazione digitale mette a rischio l’esposizione dei propri dati personali. Ne sa qualcosa Twitter, che recentemente ha visto sottrarsi oltre 400 milioni di informazioni di account che sono state messe in vendita sul dark web. Questi dati comprendono username, e-mail e numeri di cellulare. L’hacker artefice del gesto ha fornito un elenco campione di 1.000 account, che sembra pienamente legittimo.

Secondo gli ultimi dati, la piattaforma dell’uccellino cinguettante avrebbe circa 450 milioni di utenti mensili attivi, anche se il numero di quelli totali registrati è in realtà sconosciuto. Questo significa che l’80% degli iscritti attivi potrebbe essere a rischio.

Tra le notizie private in vendita ci sono quelle di Kevin O’Leary, conduttore di Shark Tank, Marc Cuban e Vitalik Buterin, cofondatore di Ethereum.

L’idea di Vitalik per i suoi utenti

Proprio Vitalik, da tempo, ha cercato di risolvere il grande problema che affligge la sua piattaforma. Infatti, ha sottolineato come qualunque dato che finisce sulla blockchain pubblica non sia protetto, quindi potenzialmente disponibile per tutti. Pertanto, si era resa necessaria una soluzione per la privacy. Questa, infatti, rappresenta un diritto umano fondamentale per l’uomo, soprattutto nel contesto delle transazioni finanziarie, che diventa di particolare importanza.

Le blockchain pubbliche offrono una trasparenza integrata che consente a chiunque di tenere traccia delle transazioni attraverso il libro mastro pubblicamente accessibile, ponendo molte sfide per la protezione personale. Chi vuole sapere come comprare Ethereum, altri token o NFT in modo anonimo rimarrà deluso. Tutte queste transazioni comportano tutte il rischio di rivelare informazioni private sensibili sul proprietario a terzi non intenzionali.

Come funziona l’indirizzo nascosto

Buterin ha così introdotto il termine, cosiddetto “Stealth addresses”, “indirizzi Nascosti”. Questa funzione avrà la capacità di rendere anonime le transazioni peer-to-peer. Anche le informazioni dell’utente durante i trasferimenti NFT o l’utilizzo di Ethereum Name Service saranno protette. Gli stealth address consentiranno, quindi, alle parti coinvolte in un’operazione di mantenere il totale anonimato.

Gli indirizzi nascosti sono essenzialmente indirizzi a cui il mittente può inviare fondi, sapendo che solo il destinatario mirato può generare la chiave privata appropriata per accedervi. In questo modo, gli indirizzi stealth appaiono come casuali agli occhi dell’analisi blockchain, vengono generati sempre nuovi per ogni transazione e non compromettono le informazioni sensibili sul vero proprietario.

Sembra facile, un meccanismo semplice, tanto da chiedersi come mai non sia stato ancora completamente implementato. Gli indirizzi stealth, in realtà, sono un concetto piuttosto vecchio e sono stati introdotti da Peter Todd, già nel 2014.

Tuttavia, non ci sono ancora soluzioni completamente fattibili. Il co-fondatore di Ethereum afferma infatti, che questa soluzione, in piena attività, porterebbe a maggiori spese, la tassa sul gas si alzerebbe, e di parecchio, anche per un solo trasferimento. Però, per ora, è possibile implementare la funzione di privacy di base utilizzando questa idea, che almeno può risolvere il problema. Quindi, chi ne ha bisogno, ne può usufruire. E poi con il tempo, verranno affrontate tutte le altre sfide.

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