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Lazio, richiamo vaccino Pfizer a 35 giorni: ricorso al Tar contro il Comitato tecnico scientifico

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Doppia vaccinazione contro il Covid e l'influenza

Prima il richiamo del vaccino Pfizer dopo 21 giorni, poi la decisione (anche nel Lazio) di seguire le raccomandazioni del Cts e della struttura commissariale di far slittare la seconda dose dopo 5 settimane, cioè 35 giorni. 

Lazio, richiamo vaccino Pfizer a 35 giorni

Una decisione che non ha fatto altro che sorgere dubbi e montare polemiche perché, chi aveva già prenotato la seconda dose dal prossimo 17 maggio dovrà fare i conti con delle disdette. Come ha fatto sapere l’assessore D’Amato, l’appuntamento per chi deve fare il richiamo verrà garantito sempre nello stesso hub vaccinale e nello stesso orario, ma con un posticipo di 14 giorni. Ma è proprio su questo punto che i cittadini non ci stanno e hanno deciso di “ribellarsi”, di far sentire la propria voce e di presentare ricorso al Tar contro il Comitato Tecnico Scientifico per chiedere che venga annullato quanto prima questo provvedimento. 

Prima la creazione di un gruppo su Facebook (Il richiamo Pfizer lo facciamo dopo 21 giorni), poi l’apertura di una petizione che in poche ore ha raccolto oltre 7.000 firme. “La cosa più grave è che si stanno spostando gli appuntamenti già programmati e concordati in particolar modo alle persone oncologiche invalide 100%, fermiamo questa catastrofe della Regione Lazio” – si legge sulla piattaforma Change.org. Sulla questione ha preso parola anche Francesco Iacovone, membro dell’esecutivo nazionale Cobas, “Ci sono gli estremi per un’azione legale. Il consenso informato è vincolante e sia Aifa che Ema raccomandano nel bugiardino il richiamo per Comirnaty (Pfizer, ndr) dopo tre settimane. I cittadini, soprattutto quelli fragili, pagano sulla loro pelle la decisione della Regione di permettere di scegliere il vaccino da ricevere. I cittadini non sono cavie da laboratorio – prosegue il sindacalista – la Regione cambi rotta e lo faccia in fretta”. 

Va specificato che con una circolare la settimana scorsa, il Ministero della Salute ha disposto il richiamo di Pfizer e Moderna dopo 42 giorni, anziché 21 e 28 giorni. “A fronte di studi registrativi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a RNA (PfizerBioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose” – si legge nel testo. Questo perché, scrive il CTS “la somministrazione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immunitaria”. Inoltre “la prima somministrazione di entrambi i vaccini a RNA conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia COVID-19 grave in un’elevata percentuale di casi (maggiore dell’80%)”.

Richiamo Pfizer dopo 35 giorni? Il parere dell’Azienda

Ma ora che molte Regioni (anche il Lazio) hanno seguito le indicazioni degli esperti e hanno posticipato la data del richiamo dopo 35 giorni, i dubbi non mancano. Questo perché, come ha spiegato Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia a Sky Tg24, “Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto in Uk. E’ una valutazione del Cts che ha delle sue basi, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici, quindi la somministrazione a 21 giorni, perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione”.

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Sul richiamo posticipato si è espresso anche Franco Locatelli,  presidente del Consiglio superiore di sanità, per il quale il vaccino anche se inoculato a distanza di giorni resta efficace. “Da medico rispondo in maniera molto chiara: l’intervallo tra la prima e la seconda somministrazione  prolungato alla sesta settimana, quindi ai 42 giorni, non inficia minimamente l’efficacia dell’immunizzazione e ci permette di riuscire a somministrare molte più dosi di vaccino”, ha detto Locatelli ai microfoni di Agorà.

Quello che pare certo è che il gruppo di cittadini del Lazio non ha intenzione di fermarsi. O meglio, quello che si dovrebbe fermare secondo loro è questo “provvedimento”, che posticipa il richiamo del vaccino Pfizer da 21 a 35 giorni. E di minuto in minuto le firme sulla piattaforma aumentano. Da capire ora se verrà accolto il ricorso e se nel Lazio si deciderà poi di muoversi diversamente. 

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