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Obbligo vaccinale, cosa cambia per consenso informato e risarcimenti: modulo, firma e cosa succede in caso di danni gravi

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Vaccino covid:

Obbligo vaccinale. L’introduzione dell’obbligo vaccinale per i soggetti con più di 50 anni ha generato una serie di dibattiti più o meno formali, più o meno civili. E, al di là degli aspetti che riguardano le sanzioni, un altro argomento è fonte di dubbi e perplessità oggi: quello del consenso informato. Prima che l’obbligo per questa fascia di età entrasse in vigore, tutti i vaccinanti firmavano il modulo relativo al consenso informato, ora che c’è l’abbiglio però ci si chiede se questa firma abbia ancora valore e quali effetti ci siano.  A rispondere a questa domanda, tra i vari esperti, anche Fabio Giglioni, professore ordinario di Diritto della salute all’università Sapienza di Roma. Che spiega subito come questi dubbi nascano in realtà da un equivoco.

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Obbligo vaccinale, cosa cambia? La parola al Prof.

L’equivoco in questione è molto semplice: si pensava che firmando il consenso informato le persone avrebbero sollevato lo Stato da qualsiasi responsabilità in merito. In realtà non è così, ha spiegato il professore anche sulla pagina Money.it. Poiché in quel caso l’unica esenzione era prevista solamente per il personale sanitario, che veniva messo così al riparo da eventuali richieste di danni o colpe. Ora, con l’obbligo, la persona che va a vaccinarsi non è pi chiamata a fumare niente. Ed è proprio questo il senso: bypassare la ricerca del consenso del paziente. Dunque, il modulo magari verrà anche considerato, ma in caso di non assenso, ciò non fermerà la vaccinazione.

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Quali responsabilità per lo Stato

Per lo Stato, poi, le cose non cambiano di molto: “Spesso – sottolinea il docente di Diritto della salute – chi è contrario alla vaccinazione ha lamentato che con il consenso informato si solleverebbe la responsabilità dello Stato, ma non è mai stato così: c’è una giurisprudenza consolidata che equipara le vaccinazioni raccomandate a quelle obbligatorie”. La morale? Lo Stato è sicuramente responsabile con l’obbligo vaccinale, ma lo era anche prima, cioè in caso di forte raccomandazione del vaccino.

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