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Omicidio Diabolik, il prezzo del killer: 100.000 euro più un “vitalizio” al mese di 4.000 euro

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Killer di Diabolik

Centomila euro, sarebbe stato questo il prezzo della “vita” di Diabolik, Fabrizio Piscitelli, l’ultrà laziale ucciso a Roma il 7 agosto 2019. Ma non solo quella somma: ulteriori 4.000 euro sarebbero stati versati mensilmente nelle mani del suo assassino che sarebbe stato identificato – in attesa di conoscere il suo vero nome – in  Raul Esteban Calderon. L’argentino, 52 anni, pochi giorni fa è stato arrestato con l’accusa di essere il killer di Fabrizio Piscitelli ma ora sono emersi ulteriori dettagli dalla maxi indagine portata avanti dagli inquirenti per far luce su una della pagine più importanti della criminalità romana degli ultimi anni. 

Il prezzo per uccidere Diabolik

L’ultima novità è proprio la somma ricevuta dal presunto sicario per uccidere Diabolik al Parco degli Acquedotti. Centomila euro più una sorta di vitalizio mensile. A riferirlo ai Magistrati l’ex compagna del sudamericano, che avrebbe identificato in una famiglia rivale, i Bennato, i mandanti dell’omicidio. E’ lei a conti fatti l’elemento chiave dell’intera vicenda. 

L’ex compagna e madre della loro figlia minorenne, in passato era stata sua ‘complice’: insieme, infatti, pare abbiano messo a segno diversi colpi, molti in gioiellerie. In un’intercettazione, che ha rappresentato la svolta nelle indagini, avrebbe accusato l’ex compagno di averle rubato la pistola di nascosto, arma che poi Calderon avrebbe usato proprio il 7 agosto del 2019, giorno in cui è morto Fabrizio Piscitelli, leader degli Irriducibili della Lazio,  ucciso con un solo colpo alla nuca, che gli è stato fatale.

Le intercettazioni

«Mi ha detto (Calderon, ndr) di aver ucciso Diabolik e Leo (Leandro Bennato, ndr) era il mandante, il motivo era personale. Leo era considerato infame da Piscitelli», avrebbe dichiarato la donna ai magistrati come riporta oggi Il Messaggero. I Bennato gestirebbero la droga di Casalotti: proprio uno di loro, intercettato, parlerebbe non solo dell’omicidio ma anche dei successivi obiettivi da colpire. Il magistrato, si legge ancora sul quotidiano romano, spiega che è lo stesso Enrico Bennato ad «accusare il fratello Leandro quale mandante dell’omicidio Piscitelli».

Che gli obiettivi fossero diversi è emerso anche da una vicenda parallela nella quale sarebbero implicati nuovamente Calderon, in questo caso l’accusa pende in concorso con Enrico Bennato, per aver ucciso a Torvaianica ‘Simone’ Shehaj Selavdi, peraltro proprio con le stesse modalità di Piscitelli (anche in questo caso Calderon aveva usato una bandana al polpaccio per nascondere un tatuaggio).

Le intercettazioni di Enrico Bennato

Anche Enrico Bennato è stato intercettato in una conversazione registrata dalle cimici, riportata dal quotidiano romano, mentre chiacchierava il 20 aprile dello scorso anno con l’amico Francesco Daffinà: “Se vengono qua a fa’ casotti ce rimettono la vita Francè! Tutti e tre ce l’hanno rimessa, Diabolik e quell’altri due … Qua non devono venire a fa’ i prepotenti a Casalotti”. Poi Bennato descrive l’assassinio del capo ultras: ‘Era seduto su una panchina, fumava una sigaretta e ha preso una revolverata qua dietro e uno’. E tra intercettazioni e una donna che avrebbe tradito l’ex compagno, ora le indagini continuano per fare chiarezza. 

 

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