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Piazza Navona, cosa rappresentano le statue della fontana? Insuperabile creazione barocca da Bernini

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fontana dei Quattro Fiumi

Piazza Navona, la fontana dei quattro fiumi è una creazione iconica di Gianlorenzo Bernini. I molteplici significati dietro la costruzione.

Fontana dei quattro fiumi
Fontana dei quattro fiumi

Piazza Navona è riconosciuta come una delle locazioni migliori della Capitale. Una meraviglia a cielo aperto che indica molte cose. In primis la volontà di mantenere alto il tenore della città dal punto di vista artistico e culturale, in secundis la capacità di gestire le interazioni tra diverse etnie nel miglior modo possibile.

A piazza Navona, infatti, passano molti turisti non solo durante le feste: questo mette in condizione Roma di avere un cosmopolitismo con pochi precedenti al mondo. Arrivano da ogni parte per godersi le meraviglie della Città Eterna, tra cui la fontana dei quattro fiumi. La storia della costruzione è particolare.

Piazza Navona, tra Barocco e tradizione papale

Fu voluta da Papa Innocenzo X per abbellire il Palazzo di famiglia. Una scelta che doveva sostituire l’abbeveratoio presente all’epoca assieme alle due fontane laterali. Stiamo parlando degli anni 70 del ‘500. Nel 1647, poi, arriva il nuovo progetto di restauro, fatto da Francesco Borromini per contenere circa 180 once di acqua.

Fontana dei Quattro Fiumi
Il significato delle sculture (IlCorrieredellacittà.com)

Operazione che ha visto trasferire anche il celebre obelisco in piazza, prima era sull’Appia Antica. Gianlorenzo Bernini venne chiamato un anno più tardi, nel 48, per abbellire la costruzione e darle un senso dal punto di vista artistico. L’iconoclastia in quegli anni era rilevante anche sul piano politico: per questo lo scultore si fece aiutare da diverse personalità importanti, che diresse al pari di un capo progetto odierno.

Il significato delle statue

I risultati furono magnifici. Le statue agli angoli della scogliera sono accompagnate da 4 fiumi in rappresentanza dei continenti conosciuti all’epoca. Nella fattispecie il Danubio di Antonio Ercole Raggi per l’Europa, con il cavallo; il Gange di Claude Poussin per l’Asia, con il remo e il dragone; il Nilo di Giacomo Antonio Fancelli per l’Africa, con il capo velato (allusione alle sorgenti sconosciute) associato al leone ed alla palma; il Rio della Plata di Francesco Baratta per l’America con un braccio sollevato.

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La questione legata allo sviluppo della costruzione divenne anche un caso politico perchè molti misero bocca sul tipo di lavoro che andava fatto. Avrebbero preferito ben altre figure, ma Bernini si impose e impose il proprio estro. L’unica via per consegnare alla storia un capolavoro che resiste all’usura del tempo proprio come aveva resistito alle critiche iniziali e alle rimostranze fatte dalle autorità. 

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