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Pomezia, caso dipendenti comunali: “50mila euro? In realtà è aumento di 10 euro, serve confronto vero”

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Continua il botta e risposta tra l’amministrazione di Pomezia e le sigle sindacali in rappresentanza dei dipendenti comunali. Pochi giorni fa il Sindaco aveva accusato proprio i sindacati di rimanere “arroccati” nelle loro posizioni facendo fallire ogni tentativo di dialogo; secca la replica: “Dal Comune mai un tavolo vero di confronto”. Al centro del contendere le questioni, tra le altre, riguardanti le assunzioni a tempo indeterminato, il mancato finanziamento dell’istituto delle (PEO) progressioni economiche orizzontali per l’anno 2017, finalizzato alla valorizzazione del personale dipendente, e in più il “caso Eco-X”, con le mancate verifiche e controlli sanitari ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro per il personale della Polizia Locale impegnato a supporto dei Vigili del Fuoco nell’ incendio del 5 maggio scorso (per un approfondimento si legga qui).

DIPENDENTI COMUNALI DI POMEZIA: “BENE APERTURA A DIALOGO DEL SINDACO, MA NON BASTA. 50MILA EURO? CIFRA CHE NON FA CAPIRE LA SITUAZIONE”

“Prendiamo atto dell’apertura di dialogo del Sindaco che finalmente è intervenuto sulla questione del personale dopo l’assenza al tavolo della delegazione trattante comunale e alla convocazione in prefettura il 14 novembre 2017, facendo fallire il tentativo di conciliazione dopo lo stato di agitazione indetto con voto unanime dei lavoratori del Comune”, si legge nella nuova nota sindacale congiunta dei sindacati CGIL CSA e DiCCAP in merito alla vertenza dei lavoratori del Comune di Pomezia.

“Purtroppo questa prima presa di posizione, seppur importante, non è sufficiente a ricondurre la gestione delle risorse umane alle corrette relazioni sindacali, che prevedono il confronto con i rappresentanti dei corpi intermedi al tavolo delle trattative, secondo procedure ben definite. Tale confronto è indispensabile a garantire l’esigibilità degli impegni, tema di particolare importanza quando riguarda i contratti di lavoro a tempo indeterminato di 100 dipendenti (su cui sono intervenute decine di sentenze), volendo riportare nell’alveo delle scelte condivise una problematica che contempera il diritto alla stabilità lavorativa, la garanzia del merito costituzionalmente riconosciuto ai vincitori di concorso e il riconoscimento dei diritti economici per la non discriminazione del periodo di lavoro a tempo determinato.
Il Piano occupazionale dell’Ente del resto, non riguarda solo la stabilizzazione dei precari sic et simpliciter, non può essere un atto unilaterale della parte politica senza la partecipazione trasparente e verificabile delle Organizzazioni Sindacali. Si deve passare per una valutazione complessiva delle esigenze dell’Ente e delle ricadute positive che si possono avere dalla riorganizzazione periodica delle risorse umane, come previsto dal quadro normativo di riferimento”.

“Per quanto riguarda la contrattazione economica, il confronto con le parti sociali, sempre al tavolo trattante e non sul giornale, serve a far sì che gli impegni economici dell’Amministrazione siano commisurati all’impegno e ai risultati conseguiti dal personale dipendente, senza sbilanciamenti verso una parte o l’altra, senza ridursi ad un prendere o lasciare dell’ultimo minuto, programmando obbiettivi, risorse e metri di misurazione.
Sul giornale il Sindaco annuncia che il saldo della produttività 2016 avverrà a novembre, lo stesso giorno la Dirigente del Personale annuncia che data la complessità del calcolo, tale liquidazione avverrà a dicembre. Dopo un anno dalla prestazione lavorativa ancora si deve valutare? Ma chi controlla i controllori?”

“Il comunicato stampa del Sindaco sbandiera la cifra dei 50.000 Euro da destinare alle progressione di carriera, per dimostrare un irrigidimento delle OO.SS., ma non fornisce alcun metro di misura a chi legge. Lo facciamo noi: 50.000 Euro intanto non sono un aumento di budget del personale, ma solo una ridistribuzione delle risorse già disponibili. Questa somma sarebbe un accantonamento di fondi del 2017, che verrebbero poi versati nel 2018, dopo il consuntivo 2017, quindi non a dicembre 2017 come dice il Sindaco nel suo comunicato, ma da contrattare diversi mesi dopo. Insomma sarebbero un prestito a tasso zero che i dipendenti farebbero al comune, riscuotendo quanto gli spetta dopo oltre un anno”.

“50.000 Euro poi, non basterebbero a far partecipare alle progressioni orizzontali di carriera (i vecchi scatti di anzianità), nemmeno un quinto del personale attualmente in servizio, e sarebbero una ridistribuzione di reddito media, sulla base di 350 dipendenti, che corrisponderebbe ad una variazione media mensile procapite di circa 10 Euro…

“Tale cifra irrisoria non avrebbe un effetto incentivante, ma genererebbe solo attriti tra il personale incluso e quello escluso dalle progressioni (la stragrande maggioranza), soprattutto in mancanza di un sistema di valutazione adeguato e di un piano delle carriere pluriennale. Piano che il sindacato continua a chiedere e che è l’esatto opposto del regolamento di una pagina e mezza proposto dal Comune di Pomezia, che sembra più orientato a punire economicamente chi cambia profilo ed è trasferito, che ad incentivare il merito”.

“A fronte di tanta “generosa” disponibilità non si è voluto discutere di un nuovo piano di risparmi di gestione in cui alcune organizzazioni sindacali avevano proposto un maggiore coinvolgimento della Polizia Locale sul controllo del conferimento di rifiuti differenziati, che avrebbe potuto comportare un ulteriore risparmio di qualche centinaio di migliaia di Euro, una parte dei quali avrebbe dovuto aumentare davvero il fondo disponibile per il personale. Infine va detto che durante l’incontro in Prefettura si è parlato di un argomento su cui l’amministrazione è rimasta del tutto in silenzio, un silenzio colposo che continua da parte del Sindaco, ovvero la richiesta di sottoporre ad adeguati screening medici il personale della Polizia Locale che ha lavorato giorno e notte alla chiusura dell’area Eco-X senza dotazioni adeguate e senza formazione alcuna”.

“Il Viceprefetto sul punto è stato molto duro e perentorio, richiamando il datore di lavoro ai suoi doveri a tutela della salute di chi ha fatto il proprio dovere per proteggere il resto della popolazione. Visto che il Sindaco non si è presentato in Prefettura e risponde solo sui giornali, gli ricordiamo qui i propri doveri e l’urgenza della questione. Chi tutelerà le famiglie di chi ha fatto il proprio dovere? Per tutto questo richiamiamo ancora una volta la politica all’assunzione di responsabilità, le organizzazioni sindacali ed i lavoratori devono fare quadrato per difendere principi, dignità, salute e salari. Un ultimo richiamo va alle organizzazioni dei corpi intermedi del territorio, perché intervengano a sostegno della centralità dei percorsi di condivisione delle scelte, metodo su cui questa comunità deve basare la generazione e delle proprie politiche”.

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