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Pomezia, fratelli costretti a dormire in auto, il Comune: “Stiamo facendo il massimo”

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Dopo la segnalazione pubblicata ieri siamo riusciti a contattare il Comune di Pomezia. Con la vicesindaco Elisabetta Serra abbiamo dunque affrontato la vicenda dei due fratelli cinquantenni di Pomezia costretti, dal 27 settembre scorso, a dormire in macchina. Non hanno più una casa (sono stati sfrattati), hanno perso tutto tranne l’auto, sono senza lavoro, ricorderete. Ed il servizio civico, seppur utile, non basta a garantirgli una vita dignitosa. “Ho incontrato i due fratelli diverse volte – ci dice la vicesindaco – e il Comune si è attivato immediatamente per sostenerli, come fa con chiunque rimanga all’improvviso senza un tetto”.

Quali interventi sono stati predisposti?

“Il Pronto Intervento Sociale ha subito proposto ai due cittadini un alloggio di emergenza disponibile a Ostia”.

Spieghiamo allora il perché i due fratelli hanno deciso di non accettare ma purtroppo quella di Ostia rimane comunque la soluzione più vicina. Bisogna allora percorrere altre strade.

Non ci sono altre soluzioni?

“Sono stati subito inseriti nella lista per l’assegnazione di immobili di emergenza abitativa, ma ad oggi purtroppo non ci sono immobili disponibili”

Esistono delle forme di sostegno al reddito da aggiungere all’attività di servizio civico?

“Gli è stato riconosciuto il contributo per il disagio economico: circa 900 euro in tre tranches da 300 euro mensili”.

In pratica circa 150 euro a testa al mese. Lo sanno tutti che sono pochi: lo sa il Comune, lo sa chi lo riceve. Ma intanto è un qualcosa anche se ovviamente insufficiente a riappropriarsi di una vita normale. “Credo che l’Amministrazione al momento abbia fatto tutto il possibile per loro, ma resta attenta e disponibile ad ulteriori azioni che possano aiutarli in questo periodo di difficoltà”, le parole con le quali concludiamo il colloquio con Elisabetta Serra.

INTANTO PERO’…

Intanto però i giorni passano: i due fratelli, lo ribadiamo, vorrebbero solo un posto dove andare in zona oppure un lavoro con il quale pagare un affitto. Perché il freddo si avvicina e di certo dormire in macchina non è da augurare a nessuno: anche perché tutti i vestiti, compresi quelli invernali, sono rimasti nella loro ex abitazione. 

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