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Pomezia, la ‘metamorfosi’ di Fucci: “Due mandati elettorali e poi basta”. E di quel ‘noi’ non c’è più traccia…

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Non accennano a placarsi le polemiche intorno alla figura del Sindaco di Pomezia Fabio Fucci dopo il suo annuncio di non voler rispettare l’ormai nota regola dei due mandatali elettorali imposta dal Movimento 5 Stelle. E così, mentre la sua posizione in Città Metropolitana (in città, invece, siamo da un pezzo al “punto di non ritorno”) resta congelata, i cittadini si dividono in particolar modo sui social: in tanti si sono schierati con il primo cittadino, altri lo hanno attaccano più o meno direttamente. Un dato però è certo: nel corso della sua esperienza politica Fucci, ovvero in questi 5 anni circa, è cambiato tanto. Proviamo allora a ripercorrerne il percorso tornando indietro fino alle scorse elezioni amministrative.

Siamo nel 2013. Un timido – oseremmo dire – Fabio Fucci presenzia in una delle tante trasmissioni pre-elettorali presentendo il programma di un Movimento 5 Stelle che cerca l’impresa: conquistare la città di Pomezia. 

In tanti ricorderanno le sue lunghe passeggiate in bicicletta lungo le vie pometine dell’aspirante Sindaco, sempre col vessillo in mano di quelle cinque stelle che gli stavano offrendo probabilmente l’occasione della vita.

In quei giorni frenetici, dove i partiti tradizionali ancora non si rendevano ben conto di ciò che gli avrebbero riservato poi le urne, per il giovane Fucci contava solo il “noi”. Il “noi” del Movimento, dove un discorso in prima persona non era minimamente immaginabile: c’era soltanto una sorta di coscienza collettiva sbandierata orgogliosamente da chi si sentiva parte integrante di un “tutto”.

Ed è proprio con quel tutto, che ebbe la definitiva consacrazione quando il leader capo del Movimento salì sul palco di Piazza Indipendenza (c’era ancora tutta l’euforia del “vaffa”), che Fabio Fucci riuscì a sbaragliare la concorrenza politica – che per carità ci mise del suo – e a salire sul massimo scranno di Pomezia.

Sono passati 4 anni e tutto questo sembra un lontanissimo ricordo. Anzi, considerando le ultime interviste rilasciate dal Sindaco di Pomezia in questi giorni, viene perfino da chiedersi se tutto quello sia realmente accaduto; ma per fortuna l’internet, tra i tanti mali, consente anche di tener memoria di ciò che è stato.

E il confronto Fucci 2013-Fucci 2017 racconta di una profonda metamorfosi avvenuta nella persona: oggi non c’è più spazio per il “noi”, c’è solo un “io” prorompente che ha avuto la meglio su tutto e tutti.

Perfino su quel movimento e, nello specifico, anche su tutti quei consiglieri che ne hanno fatto le fortune votando all’unanimità tutti i provvedimenti, forse non immaginando che quella troppa attenzione mediatica incentrata così tanto e così a lungo sul singolo un giorno poi si sarebbe poi rivelata un’arma a doppio taglio.

In quanti infatti ad oggi conoscono lo schieramento completo o comunque una buona parte del gruppo 5 stelle che siede tra gli scranni a Pomezia? In vetrina infatti, salvo qualche sporadica occasione, in questi anni c’è stato sempre e soltanto Fabio Fucci. E qualche conseguenza alla fine doveva esserci. 

Il problema, sebbene tutti vogliano farci credere il contrario, non è solo sulla regola dei mandati che pure il Fucci del 2013 difendeva e ripeteva come un mantra. Altrimenti perché diramare un “altolà pubblico” sul rispetto del programma elettorale come quello scritto dal Movimento 5 Stelle di Pomezia qualche giorno fa

E’ evidente dunque che la rottura abbia radici ben più profonde rispetto ad un semplice cavillo regolamentare ed è la punta di un iceberg che cela ben altro: una personalità divenuta sempre più forte che, una volta vistasi respingere le richieste di continuare a ricoprire il ruolo di guida locale del Movimento nel nome di una “ragionevolezza” (sulla quale ovviamente si può discutere), ha deciso di abbandonare la “mamma-chioccia a 5 stelle” e proseguire da solo. E pazienza se è stato proprio quel movimento a farti diventare chi sei oggi: del resto, parole dello stesso Sindaco in carica, la scommessa (cioè lui), può funzionare una volta sola, con buona pace del candidato designato Zuccalà.

Ma a chi ora, viene pertanto da chiedersi, i cittadini daranno gli eventuali meriti del lavoro svolto in questi anni? Al Fucci griffato M5S, o a Fucci in quanto tale? “Non dico che tutto il lavoro svolto è merito mio, ma comunque ho dato un contributo determinante. Senza contare che la gente in questi anni ha potuto apprezzare anche Fucci come persona. Sono stato in mezzo alle persone, mi salutano, vado al mare a Torvaianica, sanno che passano il mio tempo libero in famiglia. E questo ha un suo peso”. 

Il Sindaco, capirete, non ha dubbi ma gli elettori? Al momento l’opinione pubblica è divisa e anche i sondaggi forniscono risultati contrastanti. C’è chi rivoterebbe Fucci anche se corresse da solo, altri, specie gli integralisti del Movimento, lo definiscono un “traditore” ed un “arrivista”. Per sapere chi la spunterà – e in attesa di conoscere tutto il parterre degli sfidanti – non ci resta che attendere la prossima primavera che si annuncia davvero infuocata dal punto di vista politico.

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