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Pomezia, qualcuno salvi la stazione di Santa Palomba: la nostra inchiesta

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Atti vandalici, microcriminalità, prostituzione, degrado. E poi ritardi, cancellazioni, sovraffollamento, coincidenze mancate e totale mancanza di servizi. Chi fa il pendolare e utilizza la stazione di Santa Palomba di Pomezia per recarsi principalmente nella capitale sa di cosa parliamo. Ma il gioco vale la candela? Verrebbe da chiedersi. Maledettamente sì. Troppo comodo il collegamento con Roma, con una percorrenza in termini di minuti – in regime di puntualità, chiaro – davvero bassa che permette a migliaia di persone di raggiungere scuole, università, lavoro e quant’altro. Le cose però, negli ultimi anni, sono peggiorate in modo esponenziale.

I problemi cronici della Stazione di Santa Palomba a Pomezia 

La zona è davvero di quelle borderline: industrie, capannoni e una miriade di problemi a cui nessuno è riuscito a metter mano negli anni quali criminalità, prostituzione e degrado. Perfino le imprese eccellenze del territorio presenti nell’area sbiadiscono di fronte allo scenario che offre Santa Palomba.

Eppure la considerazione di questa Stazione dovrebbe essere ben altra considerato il numero di persone che la frequentano; non a caso, per l’ennesima volta, come un disco rotto, alle recenti elezioni tutti i candidati a Sindaco avevano definito la riqualificazione della zona una priorità. Fatto sta che lì poi non li ha votati nessuno. Che i cittadini abbiano capito il giochetto? Senz’altro.

La passata amministrazione comunale, al netto di qualche intervento-spot, non era riuscita ad arginare i fenomeni di microcriminalità in zona ad esempio, quali furti e atti vandalici ai danni delle auto parcheggiate nelle scarse aree di sosta disponibili, per non parlare dei non rari tentativi di rapina, soprattutto ai danni delle pendolari.

Non ultimo il degrado dovuto alla presenza diffusa della prostituzione, lungo tutte le vie di accesso allo scalo ferroviario, che opera indisturbata in qualsiasi orario. E ancora: la mancanza di un presidio delle forze dell’ordine rende l’area della stazione non sicura e alla mercé dei malintenzionati. D’inverno, inutile dirlo, la situazione degenera ulteriormente.

Poi vi è la a quasi totale assenza di servizi commerciali, anche se negli ultimi tempi hanno aperto alcuni chiosci proprio davanti all’ingresso della stazione; sponda Trenitalia e RFI la situazione non migliora: ritardi, cancellazioni, intervalli senza fermate nelle ore di punta, affollamento dei treni, per i quali, fanno sapere ora i pendolari, dovrebbero a breve riprendere le interlocuzioni con la Regione Lazio, in sinergia con gli altri comitati della linea Roma-Napoli: attività sinora svolta, altra segnalazione dei comitati, senza il minimo supporto da parte del Comune di Pomezia. E non basta sciacquarsi la bocca con percentuali enfatizzate circa la puntualità dei treni da parte dei vertici alti di Via Garibaldi. Serve ben altro. Intanto però la fermata di Pomezia, come denunciano i pendolari, è sparita dalla tratta FL8, quella che collega Roma a Nettuno, facendo mancare all’appello diverse corse importanti e riversando la stessa utenza sulla sola FL7 Roma-Napoli che è però un collegamento a larga percorrenza, poco idoneo alle esigenze locali.

Nemmeno una sala d’attesa per i pendolari della stazione FS di Pomezia

La stazione ferroviaria pometina dovrebbe, per tutti i motivi citati, rappresentare un biglietto da visita per la città, essendo il principale collegamento pubblico con la capitale ed il sud pontino, una risorsa preziosa per la cittadinanza, da valorizzare e promuovere. Ma Pomezia del resto è abituata: vi dicono niente le parole ecomostro di Torvaianica? A chiudere il quadro desolante della stazione di Santa Palomba la mancanza totale di servizi che culmina con la clamorosa chiusura avvenuta nei mesi scorsi della sala d’attesa e dei servizi igienici, ovvero lo stretto indispensabile per definire una stazione ferroviaria tale. E tra poco, con l’arrivo dell’inverno, per il secondo anno consecutivo, i pendolari, se nulla cambierà, si ritroveranno dunque di nuovo alla mercé di pioggia e freddo ad aspettare il treno.

La riqualificazione col bando periferie di Santa Palomba (e perché no col vincolo MiBact): si fa o no?

Sembrerebbe di sì. I tanto agognati fondi oggetto del tira e molla estivo assegnati dal precedente governo nazionale e poi dapprima ridotti, quindi tolti del tutto e ora, pare, ripristinati da quello attuale gialloverde, dovrebbero ridare nuova speranza ad un intero quadrante. Il progetto di riqualificazione delle aree urbane periferiche degradate – Borgo Santa Rita e stazione di Santa Palomba – per un costo totale di oltre gli 8 milioni di euro, prevede la messa in sicurezza delle strade di collegamento con il centro residenziale di Santa Palomba, tramite l’installazione di sistemi di videosorveglianza e di illuminazione anche lungo la via Ardeatina; l’adeguamento e la messa in sicurezza dei percorsi pedonali, la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale, la costruzione di parcheggi (uno dei quali in project financing) e la messa in sicurezza dell’esistente. Toccato dal provvedimento la riqualificazione delle proprietà confiscate alla criminalità organizzata di Borgo Santa Rita, cedute al Comune per l’integrazione e il reinserimento socio-lavorativo di prostitute e soggetti disagiati; infine l’istituzione di un’unità mobile di strada mirata a svolgere attività di sensibilizzazione sui rischi della prostituzione.

L’altra partita, non meno importante, giocata al Tar dove si è deciso, almeno per ora, il futuro del Vincolo MiBact sulla zona il quale è stato confermato, potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova vita per la zona fatta non più solo di capannoni, industrie pesanti e fabbriche di rifiuti. I cittadini, in entrambi i casi, sperano e aspettano buone nuove dalle istituzioni.

Il Comune di Pomezia fa sapere che “l’Amministrazione, con il supporto degli uffici tecnici, si è adoperata per rispettare i nuovi termini per il mantenimento dei fondi per la riqualificazione di Santa Palomba che sono stati confermati. I lavori dureranno circa due anni, a cui vanno aggiunti i tempi per la gara pubblica e la consegna dei lavori (totale circa 3 anni).

Fronte stazione siamo però ancora in campagna elettorale: “Abbiamo già avviato un dialogo con la Regione – che si è dimostrata collaborativi – per rivedere il piano dei trasporti pubblici, e non solo quello ferroviario. Siamo inoltre in attesa di ricevere un finanziamento per l’installazione di telecamere di videosorveglianza che possano aumentare il grado di sicurezza della stazione di Santa Palomba”.

Parla il Comitato dei Pendolari della Stazione di Pomezia-S.Palomba

Quali sono i principali problemi che vivete quotidianamente?

“Mancanza di sicurezza, ordine, decoro e dalla quasi totale assenza di servizi per i viaggiatori. Le responsabilità in questo caso sono da imputare sicuramente a RFI, come anche al Comune di Pomezia. Ci sono tentativi di rapine, furti e atti vandalici ai danni delle auto incustodite nei parcheggi di scambio e lungo le vie di accesso alla stazione. Come noto la zona è anche fortemente interessata dal fenomeno della prostituzione, che contribuisce alla situazione di degrado evidente che abbiamo denunciato più volte agli enti preposti. La sporadica presenza della polizia municipale si traduce spesso solo nell’elevazione di multe ai danni dei pendolari, che magari non hanno potuto parcheggiare correttamente a causa della scarsa disponibilità di parcheggi (in considerazione del notevole flusso di auto in zona), quando intorno proseguono indisturbate attività più o meno illecite, come l’esercizio della prostituzione o furti ai danni delle auto. Dopo il tramonto, quando la stazione risulta scarsamente illuminata e priva della presenza di forze dell’ordine, la zona risulta ancora meno sicura, in particolare per le donne. Della realizzazione di una farmacia comunale nei locali della stazione non abbiamo più avuto notizie dopo gli annunci e poteva rappresentare invece un utile presidio pubblico in zona. Sul fronte dell’offerta di trasporto una grande criticità è rappresentata dall’entrata in vigore nel 2017 dell’attuale quadro orario di Trenitalia, che ha previsto una sensibile riduzione del corse, poiché la nostra stazione è servita quasi esclusivamente dalla linea FL7 (ROMA-NAPOLI), una linea di lunga percorrenza poco rispondente alle esigenze del nostro scalo, che necessiterebbe invece di un servizio agile, veloce, di tipo metropolitano, in passato assicurato in parte dalla coesistenza delle corse della linea FL8 Roma-Nettuno, che invece attualmente prevede un esiguo numero di fermate a Pomezia.”

Cosa chiedete alle ferrovie e alla Regione Lazio?

Chiediamo dignità. Com’è noto la stazione non dispone di alcun servizio ai viaggiatori. Chiusa la sala di attesa, come anche i servizi igienici. L’assenza di scivoli o ascensori limita l’utilizzo da parte dei passeggeri con disabilità. La piattaforma del binario 2 è dissestata e parzialmente coperta da una pensilina che non ripara dalle intemperie a causa delle continue infiltrazioni d’acqua nei giorni di pioggia. La stazione necessiterebbe di un restyling generale, di interventi di manutenzione e ammodernamento dell’infrastruttura. Per la riapertura della sala d’attesa e la restituzione dei servizi igienici, la Regione Lazio ci ha anche prospettato una collaborazione tra Comune e RFI, auspichiamo troveranno una sede per discuterne prima o poi”.

Rampa disabili chiusa da un parcheggio

E al comune di Pomezia?

“A Settembre scorso il Comitato è stato incontrato dal Comune, presente al tavolo l’assessore Raspa. In quell’occasione abbiamo riportato ancora una volta le diverse criticità in essere: il degrado diffuso, la presenza di prostituzione sulle vie di accesso alla stazione, il verificarsi di numerosi atti vandalici e furti, l’esigenza di ripensare il trasporto urbano che interessa la stazione, nonché le criticità relative al servizio ferroviario. Al sindaco Zuccalà chiediamo di farsi carico finalmente delle nostre problematiche, attraverso atti concreti. Chiediamo di riprendere il dialogo interrotto con la Regione Lazio dallo scorso anno, per promuovere sinergie utili, anche con i gestori del servizio Trenitalia e RFI, per il superamento dei disagi che a gran voce denunciamo dal 2017. Chiediamo inoltre di assicurare la realizzazione nei tempi previsti degli interventi per la riqualificazione della nostra stazione, finanziati dal cosiddetto “bando periferie” del 2015″. 

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