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Pomezia, Sindaco a Santa Palomba: “8 milioni di investimenti”. Ma i cittadini lo contestano su Cogea e Vincolo

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Partiamo da un dato. Esattamente un anno fa il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci riempì la palestra della scuola Fabrizio De’ André di Santa Palomba, con tantissimi cittadini che intervennero per ascoltare le spiegazioni dell’amministrazioni su quanto stava accadendo in merito all’impianto Cogea. 

Ieri, a distanza di 12 mesi, la palestra è cambiata – l’incontro si è svolto all’interno della struttura di Via Ardeatina – e anche l’affluenza: poche infatti le persone intervenute  segno che, oramai, qualcosa con l’attuale Sindaco si è inevitabilmente rotto.

Distante anni luce è infatti quel Fabio Fucci che sfilava assieme ai cittadini di Santa Palomba e Roma 2 contro la realizzazione del ‘bio’ gas, oggi tramutato in un impianto di compostaggio (che tanti dubbi continua a sollevare) che però nessun residente voleva e vuole. 

Lunghissima, venendo all’incontro, l’introduzione imbastita da Sindaco e assessori al seguito ad inizio incontro: investimenti, tanti, per riqualificare il quartiere con interventi per la stazione, il campo sportivo (pregevole ad esempio il progetto riguardante le tribune dello stadio che prevede la realizzazione di nuovi locali per superare gli attuali container), il contrasto alla prostituzione, la videosorveglianza di Via Ardeatina da estendere eventualmente su Via di Valle Caia, il miglioramento del Parco di Via Fiorucci, una nuova Farmacia.

“Investimenti per 8 milioni”, dichiara il primo cittadino che poi rassicura i cittadini sostenendo che le indicazioni sollevate sui residenti in materia di parcheggio pubblico per la stazione – che non volevano un multipiano ma la sistemazione delle aree esistenti – o della rimodulazione del trasporto pubblico locale sono state recepite dall’amministrazione.

Insomma tante promesse e tanti progetti, alcuni davvero ambiziosi, dall’indiscusso valore che attendono però la prova dei fatti. Tutto qui? No, perché poi è iniziata la prevedibile contestazione intorno a Cogea.

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FUCCI A SANTA-PALOMBA ROMA 2: “TANTA CONFUSIONE INTORNO A VINCOLO E COGEA”. LA REPLICA: “NO ALL’IMPIANTO, DA COMUNE NESSUNA TRASPARENZA”

La critica che ci sentiamo di muovere a Sindaco e assessori intervenuti ieri, che è poi la stessa che continuano a sollevare i cittadini della zona, è quella di continuare a dosare col contagocce parole e dichiarazioni per dare un’imbiancata e imbellire quelle che però sono due verità fondamentali: ovvero che il Comune di Pomezia da un lato è favorevole a Cogea e dall’altro non vuole il vincolo del ministero. 

La posizione del Comune di Pomezia, anticipando subito critiche e rimostranze, è infatti nota: “Noi non siamo contro il vincolo, vogliamo salvaguardare la campagna romana. Ma al tempo stesso non possiamo non tener conto di aspetti quali lo sviluppo economico, il lavoro (per la prima volta vengono fatte cifre: migliaia di posti di lavoro considerando anche l’indotto) e gli investimenti che molti soggetti intendono fare sul territorio, investimenti che il Vincolo così come è stato concepito bloccherebbe. Santa Palomba è oggetto di importanti progetti in materia di mobilità e logistica: qui dovrebbe nascere un centro intermodale di riconosciuta valenza europea (a servizio della TRANS EUROPEAN NETWORK TEN-T, rete ferroviaria europea per il trasporto delle merci che collega la Scandinavia al Mediterraneo) oggetto di imminente potenziamento da parte di Rete Ferroviaria Italiana. La realizzazione del centro intermodale porterebbe un notevole sviluppo per la zona, sia in termini di investimenti che di posti di lavoro, possibilità che il vincolo posto sull’intera area bloccherebbe. E inoltre abbiamo richiesto solo una piccola riperimetrazione dell’area proposta dal Mibact, chiedendo di sottrarre solo una modesta porzione dei 2.000 ettari tutelati” (Aspetti questi – lavoro e sviluppo – che comunque il Ministero ha mostrato di tenere in considerazione come dimostra il fatto che, accogliendo molte delle osservazioni presentate al vincolo, ha dato il suo benestare ad esempio all’ampliamento dell’interporto o alla realizzazione del nodo strategico per lo scambio di merci treni-camion. Dunque la verità va cercata altrove).

Tutto legittimo, ma se è proprio dalla salvaguardia di quelle “piccole” aree (compresa quella dove dovrebbe sorgere Cogea) che nasce il provvedimento del Ministero, chiedendone lo stralcio o il ridimensionamento cosa ne resterebbe? Come si fa dunque a sostenere di essere “in sostanza” a favore del vincolo se poi si cerca di intaccarne le fondamenta? 

La stessa abile oratoria, venendo alla stretta attualità, è stata messa in mostra sul caso del ricorso al Tar contro il MiBact da parte di Cogea.

Anche ieri il Sindaco Fucci ha ribadito che non “è stato l’ente a presentare ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio” ma che il Comune, chiamato in causa da Cogea, “si è solo costituito per chiederne il ridimensionamento” mentre la società Cogea ne chiede il totale annullamento.

Questo mentre però a dicembre partiva dal Comune di Pomezia un ricorso gerarchico sempre contro il vincolo: “Si tratta di un ricorso interno, una procedura tra uffici che non va a modificare la nostra linea di pensiero che abbiamo espresso più volte alla popolazione”, ha spiegato Fucci a chi gli chiedeva conto di come non ci sia tutt’oggi traccia sui canali istituzionali di tale documentazione.

A questo punto ci chiediamo: al di là delle parole usate, c’è davvero differenza? A nostro giudizio no, anche perché le posizioni – entrambe legittime per carità – sul vincolo sono due: o si è a difesa del provvedimento o si è contro. Sostenere una sorta di via di mezzo ci pare incoerente.

Altro passaggio è stato riservato al legame che sussiste tra Cogea ed il Vincolo stesso. Per Sindaco e assessori è colpa della stampa e degli ambientalisti se le due cose vengono spesso confuse insieme.

“Le due cose sono distinte. Gli investimenti che il vincolo bloccherebbe sono importanti e con ricadute vantaggiose sia in termini di occupazione che in termini di sviluppo economico per la nostra area industriale e quindi per l’intera Città. Qui Cogea non c’entra e chi la tira in ballo cerca soltanto di strumentalizzare la vicenda: la differenza la fa l’area industriale non il singolo stabilimento”, continuano a ripetere come un mantra Fucci, a cui fanno eco gli assessori Sbizzera e Piccotti.

La verità che continuano (volutamente) a nascondersi gli amministratori è però quella – ovviamente – che con il Vincolo del MiBact Cogea non può essere costruita, e se a questo aggiungiamo che proprio il Comune con le osservazioni presentate chiede lo stralcio sia del lotto di Tor Maggiore sia quello in cui verrebbe realizzata Cogea (proprio davanti alla torre medievale) lo scenario è praticamente delineato. Sostenere il contrario ci pare pura demagogia. 

Tutti questi aspetti sono stati impugnati ieri dai cittadini presenti all’incontro che hanno manifestato, come un anno fa, tutta la loro delusione e il rammarico per aver visto questo cambio d’atteggiamento del primo cittadino nei confronti del loro territorio.

Non solo: ciò che viene contestato a Fucci è la mancata condivisione delle scelte strategiche per il territorio, scelte che sono state prese, a giudizio dei cittadini, unilateralmente dal Comune anche a fronte di richieste che muovevano in direzione diametralmente opposta. Come nel caso del vincolo considerando le oltre 2.500 firme raccolte a cui però il Comune di Pomezia non ha voluto dare alcun peso. Oppure sui continui  riferimenti alla “vocazione industriale dell’area” –  che l’ente continua a fare – i quali mal si sposano, incalzano i residenti, con il fatto che nel frattempo sono sorte case e abitazioni. I cittadini – che hanno ribadito anche ieri la colpevole assenza del Comune di Pomezia in materia di informativa preventiva alla popolazione prevista dalla Seveso sugli impianti a R.I.R. – chiedono dunqie alle istituzioni un quartiere più vivibile e, nei limiti di ciò che già insiste in materia di industria pesante, una progettualità che vada oltre i soliti impianti e capannoni. 

“Io ho protestato per dire no biogas e no biogas è stato”, ha provato a difendersi Fucci ancora su Cogea. Come se a quel tempo i cittadini volessero rinunciare ad un tipo d’impianto per il trattamento dei rifiuti per vedersene costruito un altro – compostaggio, per ora, e con in più i dubbi sui materiali che Cogea tratterà – da 60mila tonnellate all’anno. 

L’altra colpa imputata alla stampa è stata quella di voler far passare Cogea per quella che non è, ovvero un impianto a ‘bio’gas: nessuno della nostra testata, è opportuno sottolinearlo, ha mai sostenuto questa tesi, nel senso che sappiamo bene di come Cogea stia continuando il suo iter burocratico come “impianto funzionale al trattamento aerobico di rifiuti organici non pericolosi per la produzione di compost di qualità (“compostaggio”)”. 

Negare però che il famoso “secondo stralcio funzionale”  non esista negli atti ufficiali è però dichiarare una cosa non vera. E non lo diciamo noi, ma lo dice la documentazione contenuta nel bollettino ufficiale della Regione Lazio dello scorso 20 luglio – Parole da ricercare: “supplemento 2, Bur 2017-58-2”) – la valutazione di impatto ambientale intorno alla quale si sta disputando una delle partite più importanti al Tar  – dove si legge: “La sezione di trattamento anaerobico con produzione di biogas – si legge – potrà essere oggetto invece di un futuro 2° stralcio funzionale, sempre se l’opera risulterà compatibile con il RIR del Comune di Pomezia”. 

In altre parole ora Cogea – grazie al lavoro profuso dall’amministrazione – è sì ora un impianto di “compostaggio” ma se – a patto che venga mai realizzato – in futuro chiedesse una riconversione al ‘bio’gas? La domanda che vogliamo rivolgere è infatti la seguente: l’amministrazione di Pomezia – al netto del fatto che comunque la popolazione di Santa Palomba-Roma 2 non vuole l’impianto né in un caso né nell’altro  – è in grado di scongiurare in assoluto una futura realizzazione del ‘bio’ gas (come avvenuto in altri casi) da qui a 5, 10 o 20 anni in virtù di quanto sopra esposto?

In chiusura vorremmo riportare una frase che a nostro avviso ben rispecchia i sentimenti della zona nei confronti del Sindaco uscente e riassume in poche righe quanto accaduto ieri sera:

“In qualsiasi parte d’Italia, in un caso simile (riferendosi a Cogea, ndr), un primo cittadino si metterebbe la fascia al collo e protesterebbe a fianco del popolo. Solo noi abbiamo un Sindaco che invece si mette dalla parte dell’industriale!”

M.L.

 

 

 

 

 

 

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