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Roma, ancora rivolte anti-rom: famiglia nomade costretta a rinunciare all’alloggio popolare a Tor Bella Monaca

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tor bella monaca

In principio fu Torre Maura, poi seguì Casal Bruciato. E ora è la volta di Tor Bella Monaca. Tutti quartieri di Roma, vessati già di per sé da problemi quasi atavici, che, dinanzi all’arrivo di famiglie rom negli alloggi popolari, hanno fatto fronte comune. «Noi i nomadi qui non ce li vogliamo», è il messaggio chiaro e netto lanciato al Comune. Con il solito contorno di minacce e urla nei confronti dei rom.

Tor Bella Monaca: famiglia rom rinuncia all’alloggio popolare. Condanna dell’Ater: «E’ inammissibile»

Ieri è successo di nuovo, stavolta a Tor Bella Monaca. Una famiglia composta da una 70enne e dai suoi tre figli grandi avrebbe dovuto prendere possesso di una casa al civico 30 di Viale Santa Rita da Cascia di cui erano legittimi assegnatari; ma al momento del loro arrivo insieme al funzionario dell’Ater è scattata la rivolta.

I vicini sono scesi in strada inveendo contro di loro tanto da spingere il gruppetto a rifugiarsi dentro la casa e a chiamare i Carabinieri. Sul caso è stata sporta anche una denuncia: i rom ora, stando a quanto si apprende, sono in cerca di una nuova sistemazione perché lì «abbiamo paura a tornarci». Ferma la condanna espressa dall’Ater, l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale, su quanto accaduto; l’episodio è stato definito come «un inammissibile atto di intolleranza».

 

 

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