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Sintomi Long Covid sui bambini, mal di testa e attacchi di panico: “Le famiglie lo confondono con l’autismo”

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Sintomi Long Covid bambini: le problematiche le manifestano non solo coloro che hanno avuto una forma grave o acuta di Covid, ma anche chi è stato asintomatico. Riportiamo alcune informazioni e dati segnalati da esperti del settore.

Sintomi Long Covid bambini

Partiamo con il segnalare che il Covid, nei bambini, espone al rischio della Mis-C, la sindrome infiammatoria multisistemica. Andrea Campana, responsabile del Covid center del Bambino Gesù di Paliodoro, ha commentato in questo modo: “Le conseguenze del Covid sono molto più gravi e molto più frequenti di quanto si tende a credere”. I risultati ottenuti da un primo monitoraggio, che Campana sottolinea corrisponda a dati preliminari e ancora approssimativi, è davvero preoccupante. Infatti l’incidenza di Long Covid si riscontra tra il 10% e il 30% dei casi totali. “E non mi riferisco ai soli casi gravi, non parliamo di bambini che sono stati ricoverati, ma anche di chi ha avuto un decorso clinico paucisintomatico o addirittura asintomatico”.

I disturbi più diffusi

Ma cosa è questo Long Covid? Difficile dare una definizione precisa e, soprattutto, spiegare perché colpisce principalmente i bambini e giovanissimi. Questi punti sono proprio l’obiettivo della ricerca. “Solo oggi ho ricevuto quattro chiamate da parte di adolescenti, guariti, ma con cefalee persistenti da oltre 30 giorni. Poi ci sono i bambini che hanno dolori intercostali, che vanno sempre seguiti con attenzione perché possono essere la spia di miocarditi, e quelli con dolori addominali che non passano. Per non parlare degli attacchi di panico, la fatica cronica, i disturbi ansioso-depressivi, l’incapacità a ritrovare la concentrazione o disturbi del comportamento”, Aggiunge ancora Capena. “Ci contattano famiglie preoccupate che il loro bambino sia diventato autistico, dopo il Covid”.

La necessità di supporto psicologico

C’è una cura per il Long Covid? Purtroppo no. L’unico aiuto che si può dare a questi giovanissimi colpiti da una situazione così problematica è affiancare loro un supporto psicologico. “Nelle scorse ondate la vedevamo di più tra gli adolescenti, dai 12 anni in più, adesso invece colpisce i piccolini sotto i 10”, prosegue Campana. I casi di Mis-C che il medico si è trovato a gestire nel suo reparto sono stati 40 su 949. Un bambino ricoverato ogni 23 ha sofferto della malattia, che arriva tra le due e le quattro settimane dopo la guarigione. “Dobbiamo mantenere un livello di attenzione massima”, e ancora, “per i prossimi mesi, soprattutto monitorare l’insorgere di nuove varianti più aggressive, che già sappiamo che colpiranno i bambini più piccoli, non vaccinati”.
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