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Cugini di Campagna, chi era Marco Occhetti ‘Kim’ e come è morto

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Hanno festeggiato sul palco dell’Ariston, nel corso della 73esima edizione del Festival di Sanremo, i 53 anni  del gruppo musicale. I Cugini di Campagna sono una band italiana storica tornata alla kermesse musicale con il loro nuovo singolo ‘Lettera 22’. Seppure, da diversi anni, con una pesante assenza: Marco Occhietti, in arte Kim, morto ad aprile scorso a soli 62 anni per un attacco cardiaco.

Chi era Marco Occhietti?

Marco Occhietti era nato a Roma il 24 dicembre del 1959 e con la sua voce in farsetto aveva caratterizzato i brani del gruppo: Anima Mia, Preghiera, è Lei, Tu se tu e altri. È stato la voce del gruppo dal 1986 al 1994, ha preso il posto di Paul Manners.

La rottura con I Cugini di Campagna era arrivata per sua scelta. E fu proprio lui a chiarirne i motivi: “Lasciare il gruppo è stata una mia scelta non ero più in sintonia con loro. Erano troppo attaccati alle vecchie cose, come ad Anima mia. Grandissimo brano, ma poi nella musica bisogna sapersi rinnovare. Come hanno fatto i Pooh. Col tempo sono nate diatribe, anche sulla nostra immagine. E me ne sono andato. Non mi hanno versato i contributi, si sono inventati mille sotterfugi. Sono tutti tirati con i soldi, ma a livelli estremi. Ed è finita male. Quella è gente fredda. Dopo la mia uscita, mi hanno messo i bastoni tra le ruote. Non volevano che usassi il nome della band. Ma per i primi 3-4 anni ho vissuto sulla scia della popolarità come ex voce dei Cugini di Campagna. Poi la cosa è andata scemando. E la situazione è precipitata”.

Il difficile periodo di Kim dopo la rottura con I Cugini di Campagna

A seguire la situazione professionale del cantante è stata difficile, tanto che proprio lui ha lamentato, nel 2017 di essere vissuto nell’oblio e di fare l’artista di strada: “Suono solo due ore al giorno perché ho una licenza regolare rilasciata dai vigili per esibirmi ma dalle ore 16, sia in inverno sia in estate e nello spazio di 2 ore ci dobbiamo alternare in quattro per forza. Quindi a me restano 20 minuti, massimo 30. Troppo poco. Ho mamma e fratello invalidi, poi ho una figlia. Tutti sulle mie spalle. A volte sto sotto a un treno, faccio debiti tipo Paperino. Ma non mi vergogno, per fortuna dicono che sono bravo”.

 

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