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Gaffe di Lucia Annunziata con la ministra Roccella: “Fate queste leggi, c***o!”

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lucia annunziata

Gaffe di Lucia Annunziata con la ministra Roccella: “Fate queste leggi, c***o!”. Semplice gaffe oppure mancanza di professionalità? Fatto sta, che Lucia Annunziata avrebbe perso la propria imparzialità con la ministra Eugenia Maria Roccella. Nonostante fosse in diretta su Rai 3 con il suo programma “Mezz’ora in più”, avrebbe chiesto con grande volgarità una legge per certificare i figli nati all’estero delle coppie omosessuali.

La gaffe di Lucia Annunziata 

Sarà stata la presenza di un esponente del governo e soprattutto di Centrodestra, che Lucia Annunziata ha deciso di fare a meno della propria imparzialità da giornalista. Una vecchia storia, dove anche questo episodio diventerà oggetto di interrogazioni parlamentari da parte di esponenti di Fratelli d’Italia. Nel corso dell’intervista alla Ministra delle Pari Opportunità e la Famiglia, la giornalista ha deciso di dire la sua, in maniera molto volgare, sull’interruzione delle trascrizioni dei certificati riguardanti la nascita all’estero di figli nati dalle coppie omosessuali.

In diretta nazionale, l’Annunziata aggredisce la ministra Roccella: “È un grande dibattito, ma non si può chiudere in una commissione politica per abolire la trascrizione dei certificati esteri dei bambini già nati, voi avete la responsabilità di farle queste leggi, c***o!”. Subito la giornalista di Rai 3 si mette la mano davanti la bocca, capendo la grande gaffe commessa, soprattutto all’interno di un canale della radiotelevisione pubblica.

Le parole della ministra Eugenia Maria Roccella

Alla ministra Eugenia Maria Roccella non resta che dire: “Vedo che è molto coinvolta”. In merito a quello che sta accadendo a Milano, la ministra dice: “Non esiste una negazione dei diritti dei bambini, tutti in Italia hanno gli stessi diritti. Il problema è che queste coppie spesso, quando tornano in Italia, non accettano il riconoscimento del padre biologico e chiedono di essere iscritti all’anagrafe entrambe. Il problema è il modello antropologico e giuridico della filiazione. Siamo nati tutti dal grembo di una madre: quella, non è più una madre? È un contenitore che va escluso dal modello che stiamo costruendo?”.

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