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Smart working, firmato il decreto: cosa cambia dal 1 settembre 2022

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A partire dal primo settembre le comunicazioni relative allo smart working saranno semplificate. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha emanato il decreto ministeriale di attuazione della norma contenuta nel decreto legge semplificazioni, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 19 agosto, con cui si prevede che ”il datore di lavoro comunichi in via telematica al ministero i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile.

Nello specifico, si tratta di una importante disposizione che rende strutturale la semplificazione del lavoro agile”, si sottolinea in una nota.

Smart working: ecco cosa cambia

”Con la modifica si prevede la riformulazione della rubrica dell’articolo 23 della legge 22 maggio 2017 e del primo comma della medesima disposizione”, così scrive il ministero nella nota. “Il precedente obbligo di comunicazione dell’accordo individuale sarà sostituito quindi, con decorrenza dal 1° settembre, da una mera comunicazione dei nominativi dei lavoratori e della data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile, da trasmettersi in via telematica al Ministero del lavoro e delle politiche sociali”.

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La nota aggiornata dal ministero

”E’ un primo passo con il quale si rendono più semplici gli obblighi di comunicazione relativi al lavoro agile, anche alla luce dell’esperienza maturata durante la pandemia”, si continua a leggere nella nota. Allo stesso tempo ”si risponde a una specifica richiesta fatta dalle parti sociali nel Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile per il settore privato sottoscritto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalle parti sociali il 7 dicembre 2021”.

Obbligo di comunicazione

“L’esigenza di semplificazione degli obblighi di comunicazione nasce dalla necessità di rendere strutturale una procedura già ampiamente sperimentata nel periodo emergenziale in considerazione di un sempre maggiore utilizzo di questa modalità di svolgimento del lavoro”, spiega Orlando. ”In questo modo si snelliscono le procedure per i datori di lavoro e non si aggravano gli uffici ministeriali di adempimenti amministrativi ritenuti non necessari”.

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