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Madre e figlio violentati da due tunisini minorenni: gli stupri trasmessi in diretta Facebook

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Cinque ore di incubo, tanto è durata la notte degli orrori a Roma per mamma e figlio, entrambi stuprati nella loro abitazione dopo che si era già consumata la rapina. Non solo. Il tutto è stato ripreso e trasmesso in diretta streaming su Facebook. E infine la duplice, incredibile, richiesta da parte degli aguzzini: «Abbiamo fame, facci da mangiare. E tu – rivolgendosi al figlio della donna – riaccompagnaci a casa». Una follia allo stato puro.

La rapina a Centocelle poi le violenze sessuali in diretta Facebook

Tutto era iniziato sabato notte intorno alle 3.00 nella zona di Centocelle come vi abbiamo raccontato ieri. Il ragazzo, di 17 anni, viene sorpreso da due coetanei stranieri che gli puntano addosso un coltello mentre si stava recando a riprendere la sua Minicar parcheggiata in zona. E’ qui che si consuma prima la rapina poi la violenza sessuale. Sequenze interminabili e orribili, trasmesse per di più in diretta Facebook. Ma non finisce qui purtroppo.

I due alzano l’asticella. Costringono il ragazzo a tornare a casa, sperano in un bottino più alto. E a casa c’è la mamma del ragazzo ma, stando a nuovi dettagli emersi, anche la sorella del 17enne insieme a una sua amica. I due rapinatori racimolano altri soldi, circa 300 euro, ma non si fermano. Uno dei due costringe la donna, di 53 anni, ad un rapporto sessuale sempre sotto la costante minaccia di un coltello.

La richiesta choc dopo lo stupro: «Abbiamo fame, cucinaci qualcosa»

Compiuta la seconda violenza sessuale gli aguzzini sono ancora lì senza alcuna intenzione di andarsene. Adesso hanno fame. E non esitano a chiedere la donna di preparagli qualcosa: «Gli ho dovuto fare un toast al prosciutto cotto – racconta la donna – prendete tutto quello che volete, ma lasciate in pace mio figlio», implora la cinquantenne. Che resta però inascoltata.

L’arresto

L’epilogo della storia è però noto. Dopo l’orrore perpetrato e l’aver seminato terrore per ore e ore i due, 16 e 17 anni, di nazionalità tunisina, hanno deciso di chiudere il cerchio obbligando la vittima a riaccompagnarli a casa. Il ragazzo ha così ripreso la sua minicar per accompagnarli in zona Garbatella. Lì lo hanno fatto scendere e si sono poi volatilizzati a bordo dell’auto rubata, lasciando il ragazzino a piedi.

A quel punto però la fuga della coppia dei criminali è stata interrotta dalla Polizia. La madre infatti, nel frattempo aveva chiamato il marito, che in quel momento si trovava fuori città per lavoro. Grazie alla localizzazione del cellulare è stato possibile rintracciare il segnale del figlio e così è scattato il fermo dei due che nel frattempo avevano raggiunto San Giovanni. Inutile il loro tentativo di fuga: per gli stupratori, sui quali ora pendono accuse gravissime, sono scattate le manette.

 

 

 

 

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