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‘Ndrangheta a Nettuno, le intercettazioni delle elezioni: «Semo un bel gruppo, però più arrivi sopra e meglio è»

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'Ndrangheta Anzio e Nettuno

‘Ndrangheta ad Anzio e Nettuno: se il Comune neroniamo trema dopo gli arresti di ieri e le rivelazioni emerse dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dalle quali sembrerebbe essere chiaro l’appoggio del clan Gallace al sindaco Candido De Angelis e ad altri politici, tra cui Giuseppe Ranucci, a Nettuno non si sta di certo tranquilli. 

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Le elezioni di Nettuno sotto l’ombra della ‘Ndrangheta 

Le indagini hanno infatti coinvolto anche il periodo delle elezioni dell’attuale consiglio comunale e ancora una volta le intercettazioni sembrano mettere in evidenza l’appoggio dei clan per far eleggere alcune persone. In particolare, le indagini hanno rivelato la contiguità di Stefano De Zuani, fratello di Lucia, eletta consigliera, con Bruno Gallace, al quale chiede appoggio proprio per la campagna elettorale della sorella. Si fa presente che nessun politico è indagato all’interno di questa inchiesta.

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Le intercettazioni: “Tuo fratello me sta a aiutà, sta a spigne proprio”

Il 30 aprile del 2019, all’interno dell’abitazione di Gallace, si trovano Bruno Gallace, Stefano De Zuani e Vincenzo Italiano, intenti a discutere delle elezioni ormai imminenti. De Zuani sta spingendo per la sorella Lucia. “Damme ‘na mano a campà… chiappame qualcuno...dì solo dove devo andà… pure che me ne porti uno è buono”. “Ma chi te porto io?”, risponde Gallace. “Tuo fratello me sta a aiutà, sta a spigne proprio”, chiarisce De Zuani. “E se sta a spigne lui… chi te porto?”, domanda Gallace. “Damme ‘na mano qua intorno, no?”, incalza De Zuani. “Qua intorno è Anzio”, fa Gallace. “Perché coso…Pasquino… sta a aiutà coso… Celani… porca tr…”, fa De Zuani. “Chi è Celani?”, chiede Gallace, che poi parla di accordi e fa saltare fuori il nome di un assessore di Anzio, Giuseppe Ranucci, detto Lombetto. “Se promettono le cose, compà ma poi alla fine… Ma Lombetto che stava con lui?”. “Lombetto… Lombetto sta…” dice De Zuani. Si intromette quindi Vincenzo Italiano, che dice: “C’ha il figlio, lui”. E Gallace: “Ma perché pure lui a Nettuno, si è messo?”. “A Nettuno il figlio”, risponde De Zuani. Gallace tira le somme. “Allora Emilio lo sai perché sta a portà quell’altro? Proprio perché ce l’ha con lui che non sono usciti ad Anzio… Fabiana insieme a lui. Ti ricordi?” “Però sta sempre lo stesso sindaco, eh?”, fa De Zuani. “Che sta a portà Lombetto. Lo stesso sindaco de chi?”, chiede Gallace. “Il nostro, Coppola”, specifica De Zuani. “E invece lui?”, chiede ancora Gallace. “Coppola”, risponde ancora De Zuani”. “E allora che ca… te frega”, fa Gallace. “Però me servono a me”, chiarisce De Zuani. “Perché si è candidata tua sorella?”, chiede Gallace. “Eh”, conferma De Zuani. “Un’altra volta, compà?”, fa Gallace. “Sì, stiamo andando forte quest’anno. Semo un bel gruppo, però più arrivi sopra e meglio è“. 

L’ombra della ‘Ndrangheta sul consiglio comunale di Nettuno

Da quanto riporta l’ordinanza di arresto a firma del Giudice per le Indagini Preliminari Livio Sabatini, anche in occasione delle elezioni comunali di Nettuno Davide Perronace si era attivato per far convogliare voti sul figlio di Giuseppe Ranucci, Luca, che viene effettivamente eletto. Scherzosamente Davide Perronace dice a Ranucci che hanno il “discepolo a Nettuno”. A questo riguardo, c’è una conversazione tra Gregorio Spanò, Francesco Condina, Bruno Madaffari, Giacomo Madaffari e Francesco Maria Di Carlo, intercettata il 6 luglio del 2019, che per gli investigatori è di “eccezionale interesse investigativo”, in quanto Giacomo Madaffari rivendica la sua amicizia con il sindaco di Nettuno Coppola, manifestando però il rischio che si sarebbe corso accostando il suo nome a quello del Primo Cittadino: “Ci arrestano… – dice in dialetto calabrese dopo aver rimarcato la sua amicizia con il sindaco – cacciano pure Coppola, perché non vogliono cacciare rulli degli altri altri partiti… la Lega”. “Ma là funziona così”, fa Bruno. “Come uno dell’altro partito… dei 5 Stelle… che sa la storia mia e mi vede con Coppola…Che conosce non me, ma quello che hanno detto i giornali”, continua Giacomo Madaffari. Poi a parlare è Gregorio Spanò: “E ora io ti giro una lettera di attacco, a Placidi e tutto il Comune di Anzio, Peretta. Che lui qua dice che è stato tutto un gioco per mandarlo fuori. C’andava a quella. Ha bruciato direttamente Maranesi”. Ed è Giacomo Madaffari a confermare. “Ma io lo so che è vero. Con lui per cacciare Placidi mi avevano messo pure a me per forza nel mezzo”. 

Le dichiarazioni del sindaco Alessandro Coppola

Intanto il sindaco ieri, dopo la bufera degli arresti, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale sull’accaduto. “Abbiamo piena fiducia nel lavoro della Magistratura, e da subito tutti gli uffici si sono messi a disposizione degli inquirenti per fornire loro tutti gli atti dei quali ritenevano di aver bisogno. Quello della legalità è un principio sul quale io e l’amministrazione che ho il piacere di guidare non possiamo transigere, e sono certo che le indagini in corso faranno luce su questa vicenda”.

Si va verso il commissariamento?

Alla luce di quanto accaduto ad Anzio e Nettuno, il prefetto di Roma Matteo Piantedosi sta valutando se ci sono i presupposti per nominare una commissione d’indagine. Questo potrebbe portate allo scioglimento e al commissariamento dei due Comuni, con successive elezioni. Si ribadisce che le indagini sono ancora in corso: per tutti gli indagati, quindi, vige il principio di presunzione di innocenza. 

 

 

 

 

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