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Omicidio Michael Lee Pon a Roma, fermato 16enne: calci e pugni al 50enne mentre il padre lo accoltellava

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Poliziotta uccisa a Roma

Si erano presentati insieme, il 20 febbraio scorso, alla caserma dei Carabinieri di Tor Vergata a Roma e si erano costituiti padre e figlio, entrambi filippini, che domenica scorsa hanno aggredito e accoltellato Michael Lee Pon, un 50enne connazionale che è stato lasciato a terra, in una pozza di sangue, nei pressi della stazione Valle Aurelia. Se da una parte il padre, che aveva confessato di aver tirato fuori dalla tasca il coltello e di aver ucciso l’uomo, era stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, dall’altra il figlio era stato solo indagato. Almeno fino alla serata di ieri, quando i poliziotti hanno eseguito una misura cautelare personale anche per lui e lo hanno trasferito in comunità. 

Fermato un 16enne per l’omicidio a Valle Aurelia (Roma)

Nella serata di ieri, come ci ha fatto sapere la Questura, i poliziotti della squadra mobile hanno eseguito una misura cautelare personale del collocamento in comunità, emessa dal gip del tribunale per i minorenni di Roma su richiesta della locale procura della Repubblica nei confronti del ragazzo, un 16enne originario delle Filippine. Lui è gravemente indiziato di aver commesso in concorso con suo padre, già sottoposto a fermo il 20 febbraio scorso, l‘omicidio di Michael Lee Pon avvenuto domenica scorsa. Stando a una primissima ricostruzione, pare che il 16enne abbia picchiato l’uomo, con calci e pugni, mentre il padre lo accoltellava. E lo feriva a morte. 

La lite e poi l’accoltellamento 

Tra i tre ci sarebbe stata prima una lite, poi degenerata in violenza. Con quel coltello che ‘spunta’ fuori dalla tasca e colpisce dritto all’addome Michael Lee Pon, un uomo di 50 anni, filippino, ma da anni in Italia. Lui domenica pomeriggio, poco dopo le 19, è stato aggredito e accoltellato a morte in via Anastasio II, a pochi metri dal piazzale di accesso alla stazione Valle Aurelia. Pochi istanti, i fendenti del coltello, poi l’uomo a terra, in una pozza di sangue. Ormai senza vita, nonostante i disperati tentativi di rianimazione da parte del personale sanitario del 118. 

Michael Lee Pon è morto lì, in strada, mentre i suoi aggressori erano fuggiti, senza lasciare tracce. Ma per poche ore: all’indomani della tragedia, infatti, padre e figlio si sono presentati in caserma e hanno confessato il delitto. Il padre avrebbe accoltellato l’uomo, aiutato dal figlio che nel frattempo lo avrebbe aggredito e massacrato di botte. 

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