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Roma, caldo, povertà e solitudine: chi era “sorriso”, il clochard trovato morto nel parco di Villa Gordiani

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Clochard morto villa gordiani

Dramma a Roma dove un senza fissa dimora è stato trovato morto su una panchina all’interno del parco di Villa Gordiani. Un decesso per cause naturali come è stato appurato in seguito, forse a motivo del gran caldo di questi giorni in particolare nella Capitale. Così si è spento l’uomo sulla cinquantina che tutti nel quartiere chiamavano “sorriso”.

Un signore, stando alle testimonianza raccolte, benvoluto e aiutato talvolta da cittadini e residenti. Ma non è bastato, così come non sono bastati i tanti interventi nel tempo dei sanitari. Per l’uomo ieri, sabato 22 luglio 2023, è arrivato infine il più tragico degli epiloghi.

Polizia nel parco di Villa Gordiani/ilcorrieredellacitta.com

Clochard ritrovato morto a Villa Gordiani ieri 22 luglio 2023

L’allarme è scattato ieri pomeriggio, nel corso dell’ennesima giornata infuocata di questo luglio torrido a Roma. Mancavano pochi minuti alle 18.30 quando è partita la chiamata al numero unico delle emergenze: sul posto, in Via Graziella De Palo, sono intervenuti i sanitari del 118 unitamente alle volanti della Polizia di Stato. Per l’uomo però non c’era già più nulla da fare. Nessun segno di violenza, nessuna aggressione. Soltanto la solitudine, la povertà e, con tutta probabilità, il caldo killer.

La sua storia

Sui social la notizia ha toccato molti. Daniele L. ne ricorda il soprannome, “sorriso” e anche com’era nato questo appellativo: “Lo chiamavano tutti così per l’assenza dei denti, con la tipica perfidia dell’ex borgata romana”, scrive in un post. La storia del senza tetto è davvero drammatica, come purtroppo ce ne sono tante altre. “Si era lasciato andare, tanti anni fa, dopo avere perso il lavoro e poi la casa, in via Anagni. Negli anni lo trovavi sdraiato nei posti più impensabili del quartiere e a nulla servivano i mille ricoveri, e le mille ambulanze chiamate che se ne andavano dopo 5 minuti. È morto di indifferenza, in una città dove si muore per il freddo, per il caldo, per la solitudine e per la povertà”.

Un’altra cittadina aggiunge: “Quanti “Sorrisi” persi. È un po’ colpevole mi ci sento anche io. A parte qualcosa da mangiare le uniche due volte in cui l’ho praticamente quasi costretto ad accettare, forse si sarebbe dovuto fare di più. Anzi leviamo il condizionale va“. 
 
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