Home » Primo Piano » Roma, Foro Italico. L’area doveva essere bonificata, ma il materiale è finito nel fiume e presso gli argini. È emergenza ambientale

Roma, Foro Italico. L’area doveva essere bonificata, ma il materiale è finito nel fiume e presso gli argini. È emergenza ambientale

Pubblicato il
Dopo le operazioni di sgombero e bonifica annunciate nel 2020 e 2021, presso la foce dell'Aniene è emergenza ambientale.

Un insediamento di nomadi tollerato da trent’anni; alle spalle delle baracche e dietro il muro di container e bagni chimici che si affacciavano sulla tangenziale, topi e sporcizia ovunque. Una mega discarica abusiva sorgeva proprio a ridosso del fiume: lì gli svuotacantine sversavano illecitamente rifiuti di ogni tipo. Ciò costituiva i fumi tossici che affliggevano il Trieste Salario. Ebbene, nell’agosto 202o il Comune, guidato allora da Virginia Raggi, prende il toro per le corna e annuncia lo sgombero. Siamo a ridosso del fiume Aniene, nel punto in cui confluisce nel Tevere e nel 2021 la Regione annuncia la bonifica di tutta l’area, compresa la maxi discarica abusiva, oltre un anno dopo lo sgombero della baraccopoli. Il tutto è stato finanziato e messo a sistema ma, oggi, quello che vediamo è solo un inferno di rifiuti di ogni tipo, finiti nel fiume e presso i suoi argini.

Dopo le operazioni di sgombero e bonifica annunciate nel 2020 e 2021, presso la foce dell'Aniene è emergenza ambientale.
Il materiale di risulta sull’argine del fiume

Roma. Minacce, intimidazioni e telecamere di sorveglianza sabotate, parla l’ex collaboratore sotto scorta Marco Doria: ‘Sono stato lasciato solo’

“Il materiale bonificato è finito dentro al fiume”

Così Marco Doria a Il Corriere della Città. Dopo le operazioni di sgombero di un campo rom tollerato da trent’anni, la Regione Lazio, nel novembre 2021, ha dato il via alla bonifica dell’area. Le operazioni, secondo la Regione, dovevano consentire di eliminare le situazioni di degrado igienico sanitario attraverso la rimozione dei rifiuti presenti e dei manufatti precari. Ciò con l’obiettivo di ripristinare le condizioni di sicurezza e decoro. Va sottolineato che questo intervento rientrava in uno speciale Protocollo di Intesa tra Regione Lazio e Comune di Roma. Oggi apprendiamo ciò che è stato e che non è stato fatto. Le ditte che hanno lavorato per la bonifica, possiamo dirlo, non si comprende che tipo di responsabilità abbiano rispetto a ciò che vediamo.

L’area non è mai stata bonificata

La baraccopoli è diventata un cumulo di macerie che sono rimaste sul posto; presso l’argine del fiume vetri rotti, plastiche e calcinacci. Materiale che in gran parte è finito dentro il bacino idrico. I tronchi delle alberature pericolanti hanno fatto la stessa fine. In definitiva: l’area non è stata affatto bonificata. Qui un inferno, uno scempio di rifiuti pericolosi e pericolanti, con tanti saluti al Protocollo d’Intesa pregresso. Per queste operazioni sono stati spesi centinaia di migliaia di euro, e questo è il risultato. Ma non è tutto. Pare che la Regione Lazio abbia stanziato ulteriori 800mila euro per il ripristino del decoro e della sicurezza dell’area. Altro denaro che sarebbe interessante capire a che titolo venga realmente messo a sistema. Delle “condizioni di sicurezza ambientale e sanitaria” promesse dall’allora assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio, ad oggi, non c’è nemmeno l’ombra.

Dopo le operazioni di sgombero e bonifica annunciate nel 2020 e 2021, presso la foce dell'Aniene è emergenza ambientale.
I resti della baraccopoli

Roma, pacco bomba al principe Marco Doria, ex delegato all’ambiente: è il secondo in due settimane

Calcinacci, vetri rotti, carcasse di auto. Dove è finito il denaro stanziato per la bonifica?

Già, perché è questo che ci si chiede. Cosa è successo in questi anni, e perché nessuno ha controllato le ditte delegate per le operazioni di sgombero e bonifica? I resti del campo rom sono ancora qua, la maggior parte dei rifiuti afferenti alla discarica abusiva sono stati spostati in direzione del fiume. Molto materiale è finito dentro il bacino idrico, così come i tronchi delle alberature pericolanti. Siamo nel II Municipio romano al confine con il XV e la denuncia ci perviene da Marco Doria, ex delegato all’ambiente presso il VI Municipio e sotto scorta per le continue minacce e ritorsioni che riceve a seguito della sua attività civica. “Siamo alla foce dell’Aniene, nel tratto dove confluisce con il fiume Tevere e questa è la situazione” dice Doria nella sua denuncia video. “Sono state fatte in passato più bonifiche dell’area. Si inizia nel 2020 con la bonifica del campo nomadi che si trovava qui sopra alla mia sinistra, sopra a questa collinetta, dietro quella carcassa di Fiat 500 ultimo modello depredata e tagliata a pezzi“. Ancora: “I soldi per la bonifica sono stati presi, ma tutto il materiale, invece di confluire in discarica, è confluito nel fiume. È stato spostato dalle ruspe tutto all’interno del fiume. Questa è la situazione; alla mia destra rifiuti, calcinacci, vetri rotti, plastiche. E alla mia sinistra vedete tutti i trochi praticamente sull’argine. Premetto che questa situazione è stata da me denunciata più volte alle autorità di polizia. E continuano a spendere soldi, perché si vocifera che dalla Regione siano stati stanziati altri 800mila euro. Per cosa? Per far finire tutto dentro al fiume?“.

“Abbiamo potere di indirizzo. Lo utilizzeremo”. Così l’assessore all’Ambiente del II Municipio Rosario Fabiano

Abbiamo voluto appurare se il Municipio II fosse almeno a conoscenza della situazione, mediante l’assessore all’Ambiente Rosario Fabiano. L’impressione che abbiamo avuto è che gran parte della situazione fosse sfuggita all’organo di prossimità: “Ora che ho saputo da voi questo stato delle cose farò la richiesta all’ente Fiume, visto che siamo di fronte ad un arco di tempo molto lungo in cui non si è intervenuto, per rendere trasparente questa situazione. Adesso, visto che abbiamo perlomeno un potere di indirizzo, lo utilizzeremo”.

 

 

Impostazioni privacy