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Roma: si arrampica dalla canna fumaria, spacca la finestra per entrare in casa e terrorizza madre, padre e due figlie

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coltellate al quarticciolo

Uno sconosciuto che entra dal bagno di casa frantumando la finestra, nonostante la presenza di madre, padre e due figlie, arrampicandosi lungo la canna fumaria. In una zona centralissima di Roma, Furio Camillo, alle 21:30 del giorno dell’Epifania. Nonostante ci siano le luci accese e si sentano le voci provenire dall’appartamento, segno inconfutabile della presenza delle persone che ci abitano. No, non è un film, ma è accaduto davvero a una famiglia che, a due giorni di distanza, è ancora sotto shock.

“Ci siamo spaventati a morte, è stata un’esperienza terribile”. Il racconto di Michela è preciso e dettagliato. 

Il lancio del cornicione contro la finestra del bagno

“Io e mio marito eravamo nella nostra stanza, stavamo guardando la televisione. La nostra figlia più piccola, di 13 anni, era già andata a letto, mentre la grande, di 19, era in bagno a lavarsi i denti”, racconta Michela. L’appartamento della donna è al primo piano, ma affaccia su un cortile interno che, ospitando i box privati, in realtà ha un’altezza diversa rispetto al piano stradale e risulta quindi come se fosse un terzo piano. Tra il suolo e l’appartamento, infatti, c’è una distanza di circa 9 metri. La finestra non ha grate né persiane, proprio perché rispetto al suolo è molto alta, ma solo vetri. 

“Abbiamo un balcone, dove sono posizionate le finestre di cucina e bagno. Mia figlia in seguito mi dirà di aver visto un’ombra muoversi nel balcone, ma di non aver realizzato che si trattava di una persona: era intenta a lavarsi i denti e non ha capito di essere in pericolo. Ad un tratto abbiamo sentito un frastuono tremendo. Si trattava del vetro del bagno che andava in frantumi. Noi siamo saltati dal letto, mentre mia figlia urlava a più non posso, spaventata”.

Lo sconosciuto ferito

Quello che poteva sembrare un ladro aveva preso un pezzo di cornicione dal balcone, già traballante, e lo aveva usato per spaccare la finestra del bagno, per poi entrare in casa. Nel farlo, l’uomo, esile, dai capelli scuri, il volto scoperto e senza guanti, si è ferito con i vetri. E ha lasciato una scia di sangue. In un attimo il marito di Michela ha raggiunto l’uomo, pronto a tutto pur di difendere la sua famiglia. Michela, invece, d’istinto ha aperto la porta di casa. La figlia, intanto, paralizzata dalla paura, continuava a urlare.

Il presunto ladro, vedendo la mala parata, o forse la via di fuga datagli da Michela, si è divincolato dal marito di Michela, dirigendosi verso la porta. Ha fatto le scale a piedi e, arrivato al portone, è scappato, facendo perdere le proprie tracce. Immediatamente Michela e suo marito hanno chiamato la polizia, che è intervenuta sul posto con una volante e, di seguito, con la squadra scientifica per i rilievi.

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Le ipotesi

La pista del ladro non è la più plausibile, anche se non è da scartare del tutto. L’uomo, infatti, era senza guanti ed era a volto scoperto, cosa molto insolita in un malvivente che si reca a compiere un furto in appartamento. Era poi sprovvisto di arnesi da scasso e di un qualsiasi sacco, busta o borsa per poter riporre gli oggetti da rubare. È entrato nonostante la consapevolezza di trovare persone in casa, come se l’alternativa di restare fuori fosse peggiore. Probabilmente, quindi, stava scappando da qualcuno. Ma sono, ovviamente, solo ipotesi a cui soltanto gli inquirenti potranno dare una risposta. Per poter capire chi possa essere quest’uomo gli agenti adesso esamineranno le registrazioni delle videocamere di sicurezza dei negozi della zona, nella speranza che abbiano ripreso qualcosa di utile. Gli agenti della scientifica hanno inoltre raccolto le numerose impronte che l’uomo ha lasciato nella casa.

“Abbiamo descritto l’uomo alla polizia. Ci è sembrato stremato. Era vestito di scuro. Esile di corporatura, capelli scuri. Non ha parlato, quindi non sappiamo se fosse italiano o straniero. Noi ci dobbiamo ancora riprendere dallo shock”, conclude Michela. “Non è stata una bella esperienza. Non ci sentiamo più sicuri. Stiamo con le porte chiuse a chiave, speriamo di poter superare questa cosa…”

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