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Sparatoria a Roma, chi sono le vittime di Claudio Campiti: i nomi delle donne uccise

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Triplice omicidio Roma

Le ha uccise senza pietà. E avrebbe voluto uccidere anche tutti gli altri presenti all’assemblea di questa mattina presso il bar “Al Posto Giusto“, in via Monte Giberto, in zona Fidene, a Roma. Le vittime sono Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio Nicoletta Golisano: sono questi i nomi delle tre donne uccise questa mattina nella sparatoria a Fidene da Claudio Campiti. Una donna giovane, due più anziane. Le ha uccise senza pietà. E ha ferito altre 4 persone, sperando di togliere la vita anche a loro.

«Mi tengono al buio, si spara meglio», scriveva nel suo blog poco più di un mese fa. «Benvenuti all’inferno, qui con il codice penale lo Stato ci va al cesso, denunciare è tempo perso, sò tutti ladri». Nel post, un lungo elenco di accuse verso gli altri consorziati. E poi la frase più inquietante: «Mi stanno tenendo senza pubblica illuminazione: si sa al buio si vede meno e si può sparare in tranquillità».

Le denunce

Che potesse esserci un tragico epilogo, quindi, era intuibile. Da tempo i consorziati denunciavano i comportamenti e le minacce di Claudio Campiti. E oggi, quando è entrato nel chiosco, ha annunciato la strage. “Vi ammazzo tutti”, ha gridato tirando fuori la pistola presa nel poligono e non restituita come invece avrebbe dovuto fare. Era rancorso, non voleva pagare le spese del consorzio, raccontano i testimoni, ancora sotto choc. Poteva essere una strage ancora peggiore, se non fossero intervenuti a fermarlo.

Chi è l’assassino: 10 anni fa perse un figlio

Nella vita di Claudio Campiti, separato e originario di Ladispoli, si nasconde un dramma. 10 anni fa perse infatti un figlio, durante una vacanza in montagna. Il figlio, Romano, che aveva 14 anni, si trovava sulla pista da sci della Croda Rossa in val Pusteria. Ebbe un incidente mentre stava prendendo lezioni di sci insieme a un altro ragazzo. A seguito della morte del 14enne, l’amministratore delegato della Drei Zinnen Spa era stata condannata dalla Procura per violazione delle norme di sicurezza. Alla famiglia fu riconosciuto un risarcimento di 240 mila euro.

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Polizia mortuaria sul posto

Adesso, a 7 ore dalla strage, la polizia mortuaria sta portando via le salme delle tre vittime. I corpi di Elisabetta, Sabina e Nicoletta verranno messi a disposizione dell’autorità giudiziaria per poter fare l’esame autoptico. Solo in seguito potranno essere restituiti alle famiglie per i funerali.

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