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Baby gang fuori controllo, aggressioni razziste e omofobe: clochard pestato e ricoperto di rifiuti

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Baby gang a Ostia

Nel loro mirino c’erano i senzatetto, le coetanee Lgbt ma anche i negozianti bengalesi. Rapine, furti, pestaggi, queste le loro azioni principali, e così erano diventate il terrore di tutto Viale Marconi. Una baby gang fuori controllo che aveva compiuto diverse azioni illegittime su quella zona. 

Aggressioni razziste e omofobe della baby gang

Ora, i cinque maggiorenni di una baby gang di età compresa tra gli 11 e i 18 anni rischiano grosso: rischiano il processo immediato per le loro aggressioni messe a segno qualche anno fa. Aggressioni sì, ma con aggravanti: razzismo e omofobia. Il tutto era anche coordinato da una chat WhatsApp “Anundo gang’s” . Grazie al sistema di messaggistica simultaneo, i ragazzi della baby gang si davano appuntamento, oppure si mettevano in guardia reciprocamente in caso di pericolo e per cercare nuove vittime delle loro incursioni. Tra queste, anche un clochard indiano in via Pietra Papa, dapprima picchiato e pestato, poi ricoperto dai rifiuti. E ancora, altre tre ragazze aggredite solamente per il loro zaino con i colori dell’arcobaleno. La Procura, ora, sta indagando, soprattutto in merito alle minacce aggravate dalla discriminazione, e sta anche approfondendo un quarto caso, relativo all’ennesimo pestaggio, questa volta ai danni di un 14enne, il cui motivo rimane ancora ignoto.

Le testimonianze 

Risulteranno fondamentali, le testimonianze delle vittime, ad ogni modo, che vi riportiamo direttamente da Repubblica. Prima di tutto quella del senzatetto: “Mi gridavano ‘perché sei venuto in Italia? Straniero di m… non puoi stare qui’. Mi ha salvato una signora di 40 anni quando sono venuti a cercarmi per la seconda volta”. E poi, anche quelle della 16enne con lo zaino arcobaleno: “La storia è andata avanti per tre mesi. Pensavano che io e due mie amiche fossimo della comunità Lgbt e per questo hanno minacciato più volte di picchiarci. Ci hanno perseguitato”. Una delle amiche ha aggiunto: “Ci urlavano ‘Lgbt di m…, lesbiche, fate schifo’. Lo fanno contro i musulmani, gli extracomunitari, contro chi ritengono diversi”. Infine, per concludere, anche il racconto di un negoziante bengalese: “Sono venuti prima in 6 e poi in 30. Rubavano tutti. Quando ho chiesto che entrassero uno per volta, hanno tirato un sasso e colpito una cliente”.

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