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Benedetto XVI, la sua morte non cancella l’amarezza. Pietro Orlandi: ”Mai una parola su Emanuela”

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Emanuela Orlandi, i nastri audio

Nella triste mattinata del 31 dicembre scorso, è morto il Papa emerito Benedetto XVI, tutto il mondo cristiano ne continua a piangere la scomparsa, soprattutto oggi, 2 gennaio 2023, dal momento che la sua salma è stata esposta alla Basilica di San Pietro per dare la possibilità ai fedeli di riunirsi in preghiera. Ma la sua morte, nonostante tutto, non cancella il profondo senso di amarezza tra i membri della famiglia di Emanuela Orlandi, la ragazza figlia del commesso vaticano scomparsa nel nulla il 22 giugno del 1983. Uno dei casi più intricati di cronaca italiana degli ultimi decenni, nel quale confluiscono anche vicende vaticane, in modo inquietante. ”Per chi muore c’è sempre rispetto, ma io continuo a pensare che Ratzinger fosse a conoscenza dei fatti visto che all’epoca era pressappoco il braccio destro di Wojtyla” – ha dichiarato nelle ultime ore Pietro Orlandi, il fratello della ragazza scomparsa misteriosamente e per per cui non c’è ancora epilogo. 

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 i venticinque anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi:Le parole di Pietro Orlandi ritornano direttamente a quel giugno del 2008, quando cadevano: ”Mia mamma andò dall’allora segretaria di Ratzinger, che abitava davanti a casa sua, per chiederle se Ratzinger poteva rivolgere una preghiera per Emanuela all’Angelus del 25 giugno. Quella domenica, in piazza San Pietro, aspettammo di sentire una parola su Emanuela: nulla. Mamma non si diede per vinta e incontrò di nuovo la segretaria di Ratzinger che le riferì che, alla richiesta, il Santo Padre aveva allargato le braccia dicendo che doveva chiedere. Era chiaro che si trattava di un no. Tempo dopo lessi la lettera nella quale la segreteria di Stato consigliava al Papa di non intervenire perché l’opinione pubblicaavrebbe pensato che anche il Santo Padre nutrisse dubbi sulla vicenda o che la pensasse come me. Io chiedevo sempre un gesto di coraggio, non è mai arrivato”.

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