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Cagnolina denutrita muore di stenti nel campo rom di Castel Romano. Le associazioni: ‘Gualtieri servono più controlli’

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Cagnolina denutrita al campo rom di Castel Romano

Su più fronti i romani chiedono al Sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, solo una cosa: maggiori controlli. Più verifiche per evitare gli incendi, più manutenzione delle strade (e non solo) e più accertamenti nei campi rom della città, dove sempre più spesso gli animali vengono tenuti in una situazione di degrado. Prima denutriti, poi sequestrati. E l’ultimo episodio, in ordine di tempo, ben (e purtroppo) spiega la situazione: a Castel Romano una cagnolina è morta, nonostante l’associazione LNDC Animal Protection e le Guardie Zoofile di Roma abbiano fatto di tutto per salvarla. Lei che però è stata recuperata gravemente denutrita, disidratata e con una zampa legata, oggetto di abusi, non ce l’ha fatta. 

Campo rom di Castel Romano: la situazione degli animali

Nei giorni scorsi, come ha spiegato l’associazione,  un nucleo di Guardie Zoofile ha fatto un sopralluogo nel campo Rom di Castel Romano, l’ennesimo degli ultimi mesi. E hanno sequestrato decine di cani che sono stati curati e ospitati presso il canile comunale della Muratella in attesa di un’adozione. Questa volta, però, si sono trovati davanti a una situazione molto più grave del solito: una povera cagnolina era completamente denutrita, scheletrica e disidratata e in più non poteva muoversi perché aveva una zampa legata alla struttura in cui viveva. La cagnolina è stata immediatamente liberata e ricoverata presso una clinica veterinaria ma, nonostante tutti i tentativi di salvarla, purtroppo per lei non c’è stato niente da fare.

LNDC: ‘Chiediamo più controlli’

Quello che è successo è gravissimo e vergognoso”, commenta indignata Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Sono mesi che le Guardie Zoofile, di concerto con la Polizia Locale, vanno nel campo Rom di Castel Romano e recuperano animali, li fanno curare e li trasferiscono in canile. Un’ottima iniziativa che ha permesso di salvare tanti altri cani che potevano finire come la poverina che non ce l’ha fatta, ma così è come svuotare il mare con un cucchiaio. Per questo ho scritto una lettera (link alla lettera https://www.legadelcane.org/rassegna-stampa/lndc-scrive-al-comune-di-roma/) al Sindaco di Roma, facendo presente che non si può continuare in questo modo. È necessario che vengano effettuati controlli con maggiore regolarità e frequenza, per prevenire situazioni come questa ed evitare che queste persone prendano nuovi cani e gatti dopo che gli sono stati tolti.” 

Del resto, recuperare gli animali, farli curare e poi ammetterli al canile comunale espone il Comune anche alle relative spese. Al contrario, fare dei controlli più frequenti e più incisivi permetterebbe di risparmiare quanto meno sulle spese veterinarie dato che gli animali non avrebbero tempo di vedere le loro condizioni di salute precipitare in questo modo. Inoltre, sapendo di essere soggetti a controlli costanti, è molto probabile che queste persone smetterebbero di prendere nuovi animali da maltrattare in questo modo. Inoltre, è necessario intervenire anche per individuare gli adulti responsabili di queste condotte dato che, in occasione dei vari sopralluoghi fatti finora, c’erano solo minorenni. Questo purtroppo comporta anche che eventuali denunce per maltrattamento potrebbero verosimilmente cadere nel vuoto”, continua Rosati.

 “Auspico che il Sindaco accolga la nostra richiesta e dedichi a queste situazioni l’attenzione necessaria, predisponendo un piano d’azione con le Forze dell’ordine per cercare di ripristinare un minimo di legalità in questi posti e per tutelare la salute e il benessere di tanti animali innocenti e sfortunati”, conclude. 

L’impegno delle Guardie Zoofile 

Le Guardie Zoofile Ambientali Norsaa di Roma da circa un anno, grazie alla Procura della Repubblica, ai caschi bianchi, alla Asl veterinaria RM2 e RM2 e all’amministrazione capitolina, sono riuscite a mettere un freno al randagismo e al maltrattamento animale nei campi rom della città. Ben 54 cani, come hanno spiegato in una nota, sono stati portati via da Castel Romano, circa 15 sono stati messi in salvo e allontanati da gli altri accampamenti nomadi di Roma. Ma resta un problema. Da risolvere.

“Adesso la fetta di cani rimasti nel campo Rom Castel Romano – spiegano le guardie zoofile – sono cani che si rifugiano nei boschi (Parco Decima Malafede-E’ un parco enorme) ed escono solo per mangiare e bere. Abbiamo richiesto il porto d’armi alla Questura di Roma per il fucile narcotizzante ma sono 4 mesi che la burocrazia è ferma, questo quanto prima ci permetterà di chiudere definitivamente il randagismo nei campi Rom con la cattura degli ultimi cani rimasti. Gli animali sono tutti pieni di parassitosi ed alcuni, come la cagnolina del caso in oggetto era al limite di ogni patologia immaginabile. Nel nostro post abbiamo messo in evidenza la disumanità a cui abbiamo assistito, frutto di insensibilità di gente che pare indifferente alla sofferenza. Purtroppo erano presenti solo bambini, tra l’altro non punibili per legge e questo ci ha fatto arrabbiare ancora di più contro chi dovrebbe educarli all’amore e alla sensibilità. Il Norsaa è antifascista e antirazzista, non tollera però l’insensibilità e la crudeltà delle persone che hanno gestito quella povera anima e lo ribadisce con forza. C’è tutta l’attenzione, la nostra preparazione e la nostra umanità al fine di chiudere situazioni trascurate da anni. Lo facciamo con il cuore e gratis, si gratis. Abbiamo comprato con i nostri soldi personali gabbie cattura, lacci, cerbottana , mezzi e altro perché crediamo che il volontariato debba essere tale. Entro Novembre i campi saranno chiusi e a maggior ragione potremmo avere più possibilità di chiudere la questione”.
 
 
Con la speranza di mettere in salvo tutti gli animali. E con l’augurio che il caso della cagnolina morta perché denutrita rimanga un episodio isolato. 
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