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Caos a Regina Coeli, doppia aggressione in carcere: “Agente rischia di perdere un occhio”

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aggressioni nel carcere di regina coeli

Nel carcere di Regina Coeli la Polizia penitenziaria deve fare i conti anche con le aggressioni: una testata al naso di un agente, un colpo a un braccio di un altro e il lancio di un pezzo di ceramica staccata dal bagno contro il visto di un altro che ha rischiato di avere conseguenze più serie.

Un detenuto ha aggredito un ispettore e poi un altro agente

Un detenuto di nazionalità araba, condannato per omicidio ha aggredito un ispettore con una testata al naso e poi un altro poliziotto a un braccio. Ma non sarebbero gli unici episodi che si sono verificati all’interno della struttura penitenziaria capitolina. E a farne un resoconto è il Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, il Sappe.

Un altro poliziotto aggredito ha rischiato di perdere un occhio

Sono diversi i casi di violenza che si sono registrati nei giorni scorsi nel carcere di Regina Coeli. Uno tra i tanti, quello di sabato, nel quale un assistente capo è stato colpito in viso da un pezzo di ceramica staccato dai sanitari del bagno e lanciatogli contro con forza da un detenuto. In quest’ultimo caso le conseguenze sono state anche più serie. Il sindacato ha raccontato che il poliziotto ha persino ‘rischiato di perdere l’occhio’.

Gli altri episodi si sarebbero registrati nella giornata di ieri, lunedì 8 maggio. Il detenuto arabo sarebbe solo stato invitato a rientrare nel suo alloggio e di tutta risposta avrebbe dato una testata al vice ispettore che coordina il reparto. E anche un altro agente, intervenuto per riportare la calma, è stato aggredito e ferito. Entrambi hanno avuto bisogno delle cure del pronto soccorso.

La preoccupazione dei sindacati

Il Seppe ha manifestato, in una nota, la sua preoccupazione per una condizione di lavoro che mette costantemente a rischio l’incolumità del personale penitenziario in servizio. Le aggressioni sembrano essere all’ordine del giorno e la tensione sale, ma è solo grazie alla professionalità e all’impegno degli agenti di Polizia penitenziaria che viene garantito l’ordine e la sicurezza.

Sul caso intervengono anche le sigle sindacali di Fns Cisl Lazio che sottolineano: “Purtroppo dobbiamo evidenziare che le promesse di invio di personale di Polizia Penitenziaria si son dimostrate vane dato che l’invio di unità in uscita è maggiore rispetto a quelle  in entrata e ,quindi,  la carenza resta cronica. Le aggressioni di questi giorni – ieri e sabato scorso-  sono dovute ,anche , alla presenza di detenuti con problemi psichiatrici. Se non si comprende che tale problema non è gestibile dall’Amministrazione Penitenziaria ma che vi è necessità di aumentare la sanità psichiatrica, allora vuol dire scaricare il problema sul Corpo di Polizia Penitenziaria. Giova ricordare il cronico sovraffollamento dell’istituto della Capitale con il 127% di detenuti, infatti, la nostra Regione supera la percentuale nazionale. La Fns Cisl Lazio è pronta a qualsiasi confronto in sede tecnica e politica ma lo Stato dimostri che c’è e che il sistema penitenziario è realmente in grado di garantire sicurezza a chi ci lavora ed alla collettività tutta”.

 

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