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Carlotta Rossignoli, bufera sulla sua laurea: troppe differenze con gli studenti “normali”

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Carlotta Rossignoli: chiuso profilo Instagram
La studentessa Carlotta Rossignoli e il suo caso hanno dapprima reso orgogliosi migliaia di lettori, poi mortificati. Segno di una verità antichissima: l’apparenza inganna. E questo perché si era inneggiato al fenomeno, al genio, all’estro e alla forza di volontà, senza considerare tutti i privilegi che le hanno consentito di fare quel che ha fatto. La giovane studentessa, ormai sul trend di ogni ricerca, originaria di Verona, è modella, influencer, e volto ben noto della tv locale. Ma non è tutto, perché – questa la notizia – da qualche giorno è anche un medico. Insomma, a soli 23 anni, tra le tante altre cose, si è laureata anche in medicina, all’Università San Raffaele di Milano, in modo impeccabile: 110 e lode, e un anno di anticipo rispetto al percorso previsto (cinque anni, al posto di sei). Solamente qualche giorno fa i giornali l’avevano osannata come enfant prodige. Ma quando si è in cielo, la caduta fa ancora più male da quella altezza. Non è tutto oro quel che luccica.

Merito o privilegio? Il caso di Carlotta Rossignoli fa discutere

Scavando un po’ più a fondo nella questione e nella vicenda, le cose appaiono diverse. Non più il sudore, la forza di volontà e il prodigio, ma solamente privilegi e tanti mezzi a disposizione per raggiungere i propri obiettivi. C’è una differenza abissale con altri ragazzi costretti magari a lavorare, oltre che studiare, per mantenersi, a dover fare i salti mortali per raggiungere l’università perché non trovano una stanza, oppure costretti a mille sacrifici pur di ottenere il proprio titolo. Tutti ragazzi che, di fronte ad un notizia del genere, potrebbero sentirsi non proprio al settimo cielo, soprattutto se sventolata ai quattro venti come un qualcosa di straordinario, un miracolo. Niente di tutto questo, semplice conseguenza di infinite possibilità sociali ed economiche. Senza, comunque, nulla togliere alla bravura della ragazza. E, in ultimo, anche un messaggio sbagliato, a fronte di migliaia di giovani che sentono sulle proprie spalle l’enorme peso del rendimento scolastico ed universitario.
 

La polemica sollevata da Selvaggia Lucarelli

A sollevare le grandi polemiche è stata la giornalista Selvaggia Lucarelli, che in un recente editoriale, ha scritto: ”Il punto è che questa celebrazione del miracolo Carlotta Rossignoli non tiene conto della condizione di partenza di questa brillante studentessa, ovvero l’enorme quantità di strumenti di cui ha disposto e dispone. Che non sono gli strumenti di qualsiasi studente desideroso di laurearsi in tempo record», scrive Lucarelli. ”Carlotta Rossignoli ha frequentato un liceo a pagamento con programma internazionale (Alle Stimate), si è laureata in inglese in un’università privata che le ha consentito di abbreviare l’iter, con una retta fino a 20.000 euro l’anno (al San Raffaele), ha frequentato corsi di inglese a Cambridge, viaggia in giro per il mondo da quando era bambina, ha tutti i mezzi economici e le altissime aspettative familiari che le consentono di perseguire i suoi ambiziosi traguardi senza soste, necessità, preoccupazioni.”

Il mito dell’iperproduttività: un messaggio sbagliato per gli altri ragazzi

Ora, al di là del messaggio sbagliato, degli elogi smielati che offuscano parte della verità e del falso mito dell’iperproduttività, per il quale la ragazza ha addirittura dichiarato di non avere relazioni proprio per poter ottimizzare al meglio la sua carriera, e di non dormire, ci sono due punti in particolare da monitorare. Sempre la Lucarelli, sulla sua pagina Facebook, scrive: ”Tanto per cominciare questa è una notizia: giorni di titoloni su giornali vari, la studentessa che sbandiera sui social l’attenzione avuta dalla stampa per quella laurea presa CON UN ANNO DI ANTICIPO e poi niente, non era vero. Dunque Carlotta Rossignoli si è laureata al sesto anno, l’università la smentisce. La domanda però è: perché non l’ha smentita prima della mio articolo su Domani? Perché quando lei ha raccontato questa storia al Corriere vantandosi di sacrifici e record stabiliti, l’università che usufruisce di un ufficio stampa piuttosto efficiente non ha inviato una lettera di smentita?” E poi, ancora: ”Secondo punto: questa vicenda rappresenta un precedente importante. Nella mail che gli studenti avevano inviato all’Università lamentandosi di non conoscere l’iter che ha consentito a Carlotta di laurearsi prima degli altri, si diceva anche che alcuni avevano chiesto di poter seguire lo stesso percorso ma che ciò era stato negato. Dunque, ora sappiamo che chiunque, se meritevole, può laurearsi nei tempi di Carlotta.”
 

Privilegi e mezzi non alla portata di tutti

E infine, sempre sul punto della laurea in anticipo: ”Il primo semestre del sesto anno inizia ad ottobre. Su come abbia fatto fare ore e crediti obbligatori un anno prima resta un grande punto interrogativo.Possiamo vedere le date riportate sul libretto del tirocinio? Sarebbe importante, per fugare ogni dubbio e anche per far capire a chi vorrebbe seguire il suo percorso come si fa, sapere come sia riuscita a stare dietro ai tirocini e come abbia conseguito i crediti. Ho chiesto all’ufficio stampa dell’università di poter verificare questo passaggio, ma non ho avuto risposta.” Insomma, le acque sono più torbide di quanto si volesse dimostrare: la volontà e il sacrificio non sono le uniche matrici del suo successo, e oscurare tutto il resto, cioè i privilegi, le possibilità e gli strumenti sui generis a disposizione della brillante studentessa significa mortificare davvero chi quegli strumenti non li possiede, e magari neppure vuole possederli, perché ben consapevole che per la vita, come per lo studio, non bisogna correre, perché ogni cosa ha il suo tempo e il suo corso. 
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