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Covid, è allarme per due nuove varianti: cresce la preoccupazione per l’inverno

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Covid, il bollettino per oggi 19 ottobre 2022

Gli esperti tornano a parlare di Covid. Questa volta per parlare di due nuove varianti, che secondo il loro parere compariranno questo inverno e soprattutto avranno la capacità di eludere gli anticorpi finora scoperti. La malattia a oggi ha allentato tantissimo l’attenzione dei cittadini, ma non degli scienziati. Nonostante il calo di contagi, nuove varianti della pandemia potrebbero portare forme aggressive del virus in grado di attivare un’ampia diffusione e soprattutto la mortalità nelle persone. 

Nonostante si sia ricominciato a parlare di nuovi casi Covid all’interno di ospedali e soprattutto città, è indiscutibile come si sia riscontrata una frenata nella corsa a eventuali contagi e soprattutto ricoveri. Secondo gli esperti, il problema della scienza oggi è l’individuazione di nuove varianti o sottovarianti, che potrebbero avere la capacità di bucare il vaccino e oltrepassare gli anticorpi fino a oggi sviluppati. Oggi abbiamo imparato a convivere con il Coronavirus, ma già nell’ultima estate 2022 si è verificato un picco di contagi dovuto a una sottovariante, 

Le nuove sottovarianti di Covid

Le due nuove sottovarianti provenienti da Omicron, ovvero la BQ.1 e la vicina BQ.1.1, rappresentano circa il 10% dei casi registrati negli Stati Uniti ed è una percentuale che è destinata a crescere. Questo, perché sono varianti con un’alta capacità di diffusione. In Europa, specie poi in Italia, la presenza delle sottovarianti di Omicron sono state già rilevate e gli esperti hanno confermato la capacità di diffondersi con maggiore rapidità.

Attualmente, il Covid viaggia con una trasmissione elevata, tanto che l’RT è superiore a 1. Nonostante questi dati in mano agli scienziati, nei giorni scorsi si è riscontrato un calo dei ricoveri e dei casi. Le due nuove varianti di Omicron rappresentano solo il 10% dei casi registrati e Anthony Fauci ha spiegato che “il tasso di aumento di queste due varianti è pari al doppio e quindi è piuttosto problematico”. In Italia, la variante dominante, con il 93% dei contagi, sarebbe la BA.5.

Sulla BA.5, il prof. Antonio Maruotti (cattedra di Statistica alla Lumsa) ha detto: “La variante ha raggiunto il suo picco e la curva sta rallentando in maniera piuttosto evidente e che la mini-ondata si sta esaurendo con numeri gestibili. Eppure rimane la preoccupazione di cosa accadrà quando arriveranno anche in Italia, in maniera prepotente, una o entrambe le nuove sottovarianti rilevate in Germania e nel Regno Unito”.

Cosa succederà questo inverno?

Sempre rimanendo agli studi del professor Maruotti, “ci dobbiamo abituare alle mini ondate che si presenteranno in futuro. Le sottovarianti potrebbero sfuggire agli anticorpi, quindi anche se abituati dobbiamo comunque prestare attenzione. Oltre alla sottovariante Cerberus esisterebbe un’altra sottovariante che bisognerà tenere d’occhio nei prossimi mesi: si chiama BA.2.75.2, soprannominata Chiron. Secondo uno studio condotto da un gruppo di scienziati europei questa particolare sottovariante ha un’alta capacità di fuga dell’anticorpi neutralizzanti”.

Il docente della Lumsa conclude: “Questa nuova sottovariante rappresenta quindi un possibile problema, ma va ridimensionata la preoccupane in luce al fatto che si tratta di una sottovariante del gruppo Omicron 2 e che al momento risulta dominante la variante Omicron 5 con le sue sottovarianti. L’ondata in corso è totalmente sostenibile, dicono gli esperti e le sottovarianti all’orizzonte vanno tenute sotto controllo, ma non ci sono dati sul possibile aumento di gravità della malattia”.

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