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Due bambini carbonizzati dopo un’esplosione su un barcone. Gravemente ustionata una donna

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barcone in fiamme al largo di Lampedusa

Altri morti nel mar Mediterraneo, dove due bambini migranti sono rimasti carbonizzati dopo un’esplosione sulla barca dove viaggiavano. I bimbi stanno provando a fare l’ennesimo viaggio della speranza dall’Africa, diretti alle coste di Lampedusa insieme ad altre trenta persone. Le indagini ancora devono chiarire le dinamiche dell’esplosione, cercando anche di capire quando è avvenuta e soprattutto in che modalità sono stati colpiti i bambini dalle fiamme. 

I piccoli rimasti vittima dell’incidente, sarebbero un maschietto e una femminuccia di uno e due anni, morti a seguito dell’incendio divampato a bordo del barcone. Le fiamme hanno ferito anche altri due bambini, figli probabilmente degli altri migranti adulti presenti sull’imbarcazione. Tra gli adulti, ferite anche cinque donne. Una delle donne, avrebbe presentato delle gravissime ustioni sul corpo, tanto da essere trasportata con urgenza al Centro Grandi Ustionati di Palermo. 

Cosa sappiamo sull’esplosione e sulle vittime

Per quello che concerne la donna gravemente ferita, le prime indagini avrebbero constatato come lei sia incinta e soprattutto mamma di uno dei bambini deceduti nell’incendio. Si sono osservati altri ustionati all’interno dell’imbarcazione, soprattutto tra i migranti seduti nell’area di poppa. La mamma invece dell’altra vittima, sembrerebbe dai primi controlli dispersa in mare. Sulle dinamiche dell’incendio, sono ancora da appurare.

Le possibilità sul disastro, potrebbero essere due. Da una parte si valuta l’esplosione di una bombola del gas, che nella propria deflagrazione avrebbe addirittura affondato una scialuppa di salvataggio o un barchino. Altra possibilità, l’idea che un barile di benzina sia andato in fiamme, creando la tragica situazione all’interno dell’imbarcazione. I militari della Capitaneria di Porto, hanno scortato l’imbarcazione verso il molo di Favarolo a Lampedusa. La procura della Repubblica di Agrigento, con il capo dell’ufficio facente funzioni Salvatore Vella, ha aperto un’inchiesta per l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato.

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