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Guerra in Ucraina, la testimonianza: ‘Mamma non voglio morire, sono troppo piccola’ (VIDEO)

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guerra in Ucraina

Mamma, non voglio morire, sono troppo piccola“. La paura negli occhi di Nadiya (nome di fantasia), 11 anni, è enorme. Fino a poche settimane fa aveva il terrore di scendere in cantina. Il buio la spaventava. Adesso non vorrebbe più uscire da lì. Quello che c’è fuori è molto peggio dei mostri immaginari partoriti dalla sua fantasia. La guerra in Ucraina ha come vittime soprattutto i bambini, che non capiscono i motivi di quello che sta succedendo, ma comprendono che si tratta di qualcosa di terribile. 

“Ci stanno eliminando, riesco a sentire il suono delle bombe attraverso il telefono, quando parlo con i miei cugini o con gli altri parenti rimasti a Kiev ed è terribile”. A parlare è Yaroslava, fa la guida turistica a Roma, vive a Pomezia ormai da 22 anni. Nadiya è sua nipote. Nel raccontare quello che la sua famiglia sta vivendo le viene da piangere. Ogni giorno sente i parenti più volte al telefono, ha bisogno di tenersi aggiornata su quello che accade realmente.

Quelle poche volte che Nadiya esce di casa si guarda intorno alla ricerca del nemico e di un rifugio dove scappare. Cammina attaccata alla sua mamma.

“Le cose non stanno proprio come viene detto in tv, perché non si riesce a trasmettere esattamente l’angoscia e il terrore che si prova, la paura, la sensazione che da un momento all’altro potresti morire. Io sto vivendo questa guerra attraverso mio padre, mio nonno, i miei cugini e i miei nipoti, attraverso i loro respiri affannati, i loro racconti, le loro lacrime. Sentire mia nipote avere paura di morire è stato straziante. Cosa si può rispondere a una bambina che non vuole morire? E non è la sola… là ce ne sono tanti, di bambini che vogliono continuare a vivere. Hanno tutti il diritto di farlo. Mio padre e mio nonno hanno dormito solo una notte nella metropolitana, unico posto sicuro come se fosse un bunker, visto che è sotto terra, ma poi hanno dovuto rinunciare”.

Perché?

“Mio nonno ha 92 anni, non ci sono sacchi a pelo a disposizione per poter dormire lì, bisogna arrangiarsi. A quell’età, con il freddo di Kiev, sarebbe morto assiderato. La seconda notte sono tornati a casa dalla disperazione, non ce l’ha fatta. Ha detto che preferiva morire nel suo letto e mio padre lo ha seguito”.

Yaroslava fa sapere che gli unici aiuti che arrivano sono quelli della società civile, ma che mancano molte cose utili, dalle medicine alle garze, fino alle batterie portatili per i cellulari, passando per gli elmetti e i giubbotti antiproiettile. Ma servono anche pannolini per bambini e latte artificiale, perché in questo periodo stanno nascendo molti bambini.

“L’Ucraina stava vivendo un buon periodo, perché il governo aveva avviato una politica di incentivi anche per le famiglie e per sostenere i bambini, invogliandole a fare figli. Ecco perché ci sono molte donne in stato di gravidanza e stanno venendo alla luce molti bimbi, anche in posti non idonei, perché la gente ha paura di andare in ospedale. Temono infatti di essere bombardati, quindi le donne preferiscono partorire nelle metropolitane”, racconta Yaroslava.

Yaroslava non riesce a restare impotente, ad ascoltare i racconti dei suoi parenti e degli altri connazionali, senza fare nulla. Traduce in italiano i discorsi del Presidente Volodymyr Zelens’kyj e degli altri politici e si è attivata per la raccolta umanitaria da inviare in Ucraina. Ogni aiuto è ben accetto. Chiunque può partecipare. Yaroslava ha messo a disposizione anche il giardino della sua casa, in Via Treviso 14 a Pomezia, come punto di appoggio per poi consegnare gli aiuti alla Chiesa ucraina di Santa Sofia di via di Boccea

La testimonianza di Oksana

Oksana vive a Pomezia da molti anni, ma il suo cuore è rimasto a Kiev, in Ucraina. Lì ci sono i suoi figli, la sorella, il fratello, i cugini e gli zii. “Non dormo più la notte, mi raccontano cose terribili. Da due giorni sono più tranquilla solo per i miei figli, che sono riusciti a lasciare la città e ad andare in campagna, nella parte sud. Ma mia sorella e gli altri parenti sono rimasti tutti a Kiev e io sono preoccupatissima”.

Come la vita a Kiev adesso?

“Uscire da lì è diventato difficile. Io ogni mattina sento tutti i miei parenti, passo tantissimo tempo al telefono, fino a quando non li ho sentiti tutti. Mia sorella, che abita nella parte nord, ha ceduto la sua casa ai soldati che devono difendere la città: quello è un punto strategico, dove arriva l’attacco russo. E’ quindi dovuta andare in un’altra zona della città. Lei proprio oggi ha ripreso il lavoro, fa la farmacista. Mi racconta cose terribili. Da dove vive adesso a dove lavora la distanza è molta, ma deve andare a piedi. I mezzi pubblici non funzionano più, i pochi che circolano non sono affidabili, non hanno orari e tutti hanno paura a prenderli. Ormai si muovono tutti a piedi. Infatti mio fratello e mia sorella non sono riusciti più a vedersi, perché abitano molto distanti. Ma uscire è pericoloso, lo fanno solo per andare a fare la spesa, hanno tutti paura”.

I supermercati vengono presi d’assalto, ma non si trova tutto ciò che serve: sono molte le merci che mancano. 

“Quando cadono le bombe i miei parenti si rifugiano in bagno, perché è senza finestre. Correre fino alla metropolitana sarebbe impossibile, è troppo lontana. Quindi ci sono più speranze di rimanere in vita restando in casa chiusi nel bagno che andando in strada e perdere tempo per arrivare fino al rifugio. Ma sono disperati, perché non sanno cosa devono aspettarsi ogni notte che viene. non sanno se si sveglieranno e se per loro ci sarà un domani”.

Gli aiuti per l’Ucraina

Chiunque volesse partecipare alla raccolta organizzata dalla Chiesa Ucraina di Santa Sofia può rivolgersi alla chiesa di via di Boccea a Roma o portare gli aiuti direttamente a Yaroslava a Pomezia in via Treviso 14. Al momento questa è la lista di ciò che i cittadini necessitano maggiormente: 

  • Binocoli
  • Torcia
  • Powerbank
  • Batterie stilo
  • Nastro adesivo giallo
  • Guanti di lana
  • Guanti da giardinaggio
  • Bende
  • Garze
  • Ovatta
  • Cerotti Grandi
  • Laccio emostatico
  • Barrette energetiche/barrette di cereali
  • Caffè solubile
  • Thè
  • Zucchero in bustina
  • Latte a lunga conservazione
  • Latte per bambini
  • Omogenizzati
  • Biscotti secchi
  • Carne in scatola (tipo Simmenthal)
  • Tonno
  • Crackers
  • Pan carrè
  • Pannolini
  • Salviette umide
  • Assorbenti
  • Carta igienica
  • Gel igienizzante
  • Spazzolini
  • Dentifricio
  • Mutande uomo/donna/bambino
  • Calzini uomo/donna/bambino
  • Vestiti caldi per bambini (per tutte le età)
  • Coperte (solo plaid)
  • Sacchi a pelo.

Pomezia si mobilita per aiutare l’Ucraina 

Anche Pomezia si sta mobilitando per sostenere la popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Da oggi, infatti, è attiva la pagina  www.comune.pomezia.rm.it/emergenza_ucraina dove saranno fornite tutte le informazioni utili per partecipare a raccolte solidali di cibo, indumenti, medicinali e denaro organizzate dalle associazioni del territorio. Tutte le realtà che in queste ore si stanno attivando possono scrivere all’indirizzo mail aiutiucraina@comune.pomezia.rm.it segnalando luogo, orario e tipologia della raccolta. Ma non solo.  L’Amministrazione ha intenzione di organizzare una rete di ospitalità destinata ad accogliere le cittadine e i cittadini ucraini che stanno arrivando e arriveranno sul  territorio: a tal fine invita i  concittadini, che ne abbiano possibilità, a comunicare alla mail aiutiucraina@comune.pomezia.rm.it la disponibilità di abitazioni e alloggi da destinare all’accoglienza, indicando indirizzo e posti a disposizione. Poi, sarà cura dell’Ente mettere in contatto le persone ucraine in arrivo con chi mette a disposizione gli alloggi.

“Siamo al fianco del popolo ucraino – dichiara il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà – Stiamo attivando tutti i canali a nostra disposizione per aiutare le cittadine e i cittadini ucraini in fuga che stanno arrivando in queste ore nella nostra Città e che arriveranno nei prossimi giorni e mesi. Pomezia è una Città solidale e accogliente: vogliamo raccogliere tutte le iniziative che le associazioni e le realtà del territorio stanno attivando per essere un punto di raccordo e una cassa di risonanza per l’intera cittadinanza. Invito tutti a partecipare alle raccolte di aiuti: nelle prossime ore attiveremo anche un punto di raccolta comunale in collaborazione con Emporio solidale”.

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