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Guerra in Ucraina, l’accusa: giocattoli pieni di esplosivo per uccidere anche i bambini

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bambina ucraina

Guerra in Ucraina sempre più crudele, con giocattoli che nascondono bombe. Una crudeltà inimmaginabile. Ma è questa l’accusa lanciata dalla parlamentare ucraina Verchovna Rada attraverso un post su Twitter. «La Russia colpisce donne e bambini. L’obiettivo è provocare panico e farci arrendere. Nella regione di Sumy, gli aerei disperdono giocattoli per bambini, telefoni cellulari e oggetti di valore pieni di esplosivo».

L’accusa è pesantissima ed è partita inizialmente da fonti dell’amministrazione militare: sarebbe però tutta da verificare, perché contrasterebbe con le modalità dell’occupazione della città Sumy, avvenuta in maniera meno problematica rispetto ad altre città ucraine. Ma essendo arrivata fino al Parlamento probabilmente qualche controllo c’è stato. Di certo la guerra vissuta dai bambini è terribile: uscire di casa e correre non per giocare ma per sfuggire alle bombe ed evitare la morte o le mutilazioni, vedere i propri cari costretti a indossare una divisa per andare a difendere la patria e non sapere se torneranno è straziante.

 

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I suoni delle sirene e delle bombe che cadono

E intanto si sentono i suoni delle sirene, mentre le bombe fanno un frastuono assordante. Alle 17 c’è il coprifuoco: si deve restare in casa fino alle 8 del giorno dopo, almeno a Kiev, dove ieri il sindaco ha emanato l’ordinanza. Troppo pericoloso andare in giro e chi disobbedisce sarà trattato da nemico, ovvero arrestato. E intanto i bambini hanno paura, non capiscono perché la loro vita sia stata stravolta in così poco tempo. Prima giocavano e ridevano, adesso il terrore è nei loro occhi.

I nuovi nati

E ci sono anche le nuove nascite, come la piccola Mia,, che in tutto il mondo è stata ribattezzata “Libertà”, visto è che nata proprio in mezzo alle esplosioni. E poi ci sono i medici che nella parte est dell’Ucraina, nella città di Dnipro, hanno trasformato un rifugio antiaereo in reparto neonatale, con tanto di terapia intensiva. L’ospedale tradizionale sarebbe stato troppo pericoloso, qui possono salvarsi. E mentre ci sono migliaia di persone che tentano la fuga, c’è chi decide di restare per aiutare. Chi per aiutare gli animali, come Andrea Cisternino, chi per aiutare le persone, come Roman Kizyma, responsabile del reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Leopoli. Cerca di alleggerire le giornate e le paure dei piccoli pazienti, spiegando le corse verso i rifugi antiaerei come se fossero un gioco. Non fa leggere le notizie sulla guerra ai bambini, si spaventerebbero troppo. Per far passare il tempo li fa giocare, legge loro delle storie, chiede ai genitori di essere forti e di parlare di altro.

 

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