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Il killer della Roma bene: arrestato ”Il Principe” Matteo Costacurta, sicario della criminalità organizzata

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Arrestato Matteo Costacurta, il principe della criminalità organizzata

Matteo Costacurta era apparentemente un insospettabile. Rampollo di una famiglia aristocratica, era soprannominato ”Il Principe”, e porta con sé il cognome di una famiglia le cui origini risalirebbero ad una nobile casata veneta.

Un rampollo killer

Costacurta, poi, ha l’atteggiamento tipico del nobile: la passione per i suoi possedimenti all’Olgiata, la passione per il Polo e per i B&b nella zona di San Pietro – quest’ultima la ragione anche del suo secondo appellativo: ”San Pietro”. Inoltre, è sempre presente alle feste più in del Paese, quelle a Porto Cervo, in compagnia di sua moglie. 

Il tentato omicidio di Acilia

A parte ciò, un uomo, in ogni caso, dalla “elevatissima indole criminale”, scrivono gli investigatori secondo le parole riportate anche da la Repubblica. Dunque, un vero e proprio killer della Roma bene che ora è indagato, insieme ad altre 4 persone di tentato omicidio ed estorsione. 

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I fatti per i quali ora il rampollo è indagato risalgono al 22 ottobre 2020, quando ad Acilia un uomo a bordo di uno scooter aveva esploso diversi colpi di arma da fuoco all’indirizzo di un 45enne del posto, che si trovava in sella ad una bicicletta. Sullo scooter, l’uomo era proprio Costacurta, assieme ad un altro compagno di ”lavoro”. Erano stati ingaggiati per uccidere Alessio Marzani, che in quel momento pedalava indisturbato in bicicletta (la Repubblica).

I due, in sella ad uno scooter

I due in sella allo scooter (dell’altro ancora non si ha traccia), dopo averlo affiancato gli scaricarono addosso due colpi di pistola, colpendolo sulla parte sinistra del petto e al braccio. La vittima, sanguinante, si era rifugiata dentro a un palazzo. Un residente gli aprì miracolosamente la porta, mentre un vicino avvertì i carabinieri dicendo di aver sentito degli spari. I militari trovarono Marzani ferito gravemente: verrà poi operato al San Camillo, dimesso con 45 giorni di prognosi.

Da quel tentato omicidio partirono così le indagine dei carabinieri, culminate con l’esecuzione delle cinque misure di custodia cautelare dello scorso 31 luglio. 

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