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Ladispoli, Sofia si sveglia dal coma: ‘Papà voleva ucciderci’

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Fabrizio Angeloni in foto con la moglie e la figlia che ha accoltellato a Ladispoli

Si è svegliata dal coma Sofia, la ragazza di appena 17 anni che lo scorso 21 aprile è stata colpita dal padre, Fabrizio Angeloni, in quella casa dove fino a poco tempo prima vivevano insieme a Ladispoli, in via Milano. Coccolata dai medici del Bambino Gesù, che non l’hanno mai lasciata sola, la ragazza è fuori pericolo e dal suo letto dell’ospedale ai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Civitavecchia, al sostituto procuratore titolare del fascicolo, Roberto Savelli, ha raccontato quei terribili istanti, di una mattinata che doveva essere come tante. Lei a scuola, la mamma al lavoro, non certo accoltellate dall’uomo che avrebbe dovuto amarle e proteggerle. 

La ricostruzione del tentato duplice omicidio di Ladispoli

“È stato papà, voleva uccidere mamma, poi ha colpito me”. Questo è quello che avrebbe detto Sofia, che ha poi ripercorso quel giorno. Prima la furiosa lite di Angeloni con la moglie Silvia Antoniozzi, poi la rabbia cieca e la fuga disperata della ragazza che, insanguinata perché colpita nel tentativo di difendere la mamma, ha chiesto aiuto ai vicini. Silvia, invece, era rimasta in casa, accoltellata dal marito, un progettista meccanico di 49 anni, che non riusciva ad accettare la fine di quel matrimonio, ad immaginarsi solo. Lui che sui social scriveva, nel giorno della festa delle donne, che la vita è bella grazie a loro. Lui che, invece, la vita la stava per togliere alle due donne più importanti. Un uomo che prima di quel giorno non aveva mai destato sospetto e che ora, invece, è accusato di tentato duplice omicidio aggravato. 

Come sta Silvia Antoniozzi 

L’uomo ha prima cercato di uccidere la moglie, poi avrebbe tentato il suicidio. E i due, insieme, sono stati ritrovati in una pozza di sangue, al secondo piano di quell’appartamento di Ladispoli che affaccia sul mare.

La moglie, Silvia Antoniozzi, un’insegnante di 48 anni, era rimasta ferita gravemente: le sue condizioni erano apparse subito serie a causa di quelle molteplici coltellate che Angeloni le aveva inflitto sul corpo. Fortunatamente, però, la donna sta migliorando e ora è stata giudicata fuori pericolo. Proprio come la figlia Sofia, che ha riaperto gli occhi. 

Le indagini

E se da una parte i cittadini di Ladispoli si sono stretti attorno a Silvia e Sofia e per loro hanno organizzato un corteo, dall’altra le indagini continuano serrate. Resta da capire se quello di Angeloni sia stato un piano ‘diabolico’ ben studiato, se l’uomo sia andato lì con l’obiettivo di uccidere. Stando agli elementi che sono in mano agli inquirenti, tutto farebbe pensare a un raptus, non a un ‘progetto’ studiato. Eppure, i  pm, nel decreto di fermo, hanno parlato di reiterazione del reato e lo hanno descritto come un uomo ‘dotato di pervicace pericolosità criminale’. Il dipendente dell’Istituto di Fisica Nucleare resta piantonato in ospedale e dovrà si dovrà difendere dall’accusa di tentato duplice omicidio aggravato. 

 

 

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