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Latina, blitz anti-mafia: 15 arresti. Controllavano il territorio con minacce, pizzo e violenza

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calci e pugni per mettere a segno una rapina

Latina. Il modus operandi era quello tipicamente mafioso. I reati di cui si sono macchiati sono estorsione, truffa, violenza privata, danneggiamento, lesioni: tutti reati aggravati dalla messa in atto del metodo mafioso e dalla finalità di agevolazione mafiosa. Sono 15 le persone che stamattina sono state raggiunte dalle volanti della Polizia di stato di Latina che ha dato così esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei loro riguardi. 

Le indagini e la ricostruzione delle estorsioni sul territorio

L’indagine complessiva, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, si è sviluppata a seguito degli approfondimenti svolti a seguito delle dichiarazioni fuoriuscite da diversi interrogatori in merito alle attività illecite svolte da appartenenti alla famiglia Ciarelli.

La svolta decisiva è avvenuta grazie alle ”soffiate” di alcuni collaboratori di giustizia che avrebbero indicato una pletora di imprenditori, commercianti ed altri cittadini quali vittime di usura ed estorsione da parte dei Ciarelli. Da qui, poi, grazie anche alle testimonianze e al supporto tecnico degli strumenti di indagine, si sono ricostruite le dinamiche criminali, presenti e passate, sviluppate sul territorio di Latina e Provincia.

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Il metodo mafioso del clan Ciarelli

Sono almeno 10 gli episodi estorsivi ricostruiti accuratamente, il cui metodo impiegato è strettamente imparentato alle mafie tradizionalmente intese. Le azioni intimidatorie, inoltre, non mancavano di sottolineare l’appartenenza al clan Ciarelli, quale segno di appartenenza ad un gruppo criminale per amplificare l’efficacia delle azioni intimidatorie e violente. A ciò, quasi sempre, seguivano affermazioni di potere a lungo termine attraverso l’imposizione di un pizzo da riscuotere per legittimare il controllo del territorio. 

In molti degli episodi ricostruiti, le vittime non hanno denunciato i fatti subiti per timore di ritorsioni, lasciando emergere un diffuso stato di assoggettamento ed omertà, determinandosi addirittura a mutare in alcuni le proprie abitudini di vita.

Protezione anche per i detenuti

Oltre a ciò, si è dimostrato ampiamente come i Ciarelli gestiscano, ad oggi, una forma di protezione dei detenuti in carcere, pretendendo per tale servizio la corresponsione di un somma di denaro che assicura le vittime da violenze, minacce e ritorsioni.

Lo stato detentivo di alcuni degli appartenenti non ha di certo indebolito la capacità intimidatoria della famiglia Ciarelli, la quale avrebbe continuato fino alla scorso anno, a formulare richieste estorsive nei confronti, di imprenditori, commercianti, semplici cittadini, alcuni dei quali persone offese nel processo Caronte, utilizzando anche il social Network Facebook, attraverso l’account “Puro Sangue Ciarelli”, per raggiugere le persone che si trovano sul territorio pontino.

Omertà e assoggettamento dei commercianti di zona

La capacità di intimidazione che il clan Ciarelli è risultato in termini di gravità indiziaria esercitare ancora oggi, nella città di Latina è emersa attraverso azioni criminali che i giovani rampolli di famiglia, spendendo il nome del sodalizio e dei suoi esponenti di vertice, avrebbero posto in essere fino alla scorsa estate nella zona della cosiddetta Movida, nel centro storico di Latina, e in alcuni stabilimenti balneari sul lungomare di Terracina, laddove addetti alla sicurezza venivano fisicamente aggrediti, per avere impedito l’accesso al locale o la consumazione gratuita di cibi o bevande. 

Occupazione illecita di immobili privati per lo spaccio

Infine, dalle indagini è risultato che alcuni membri della famiglia Ciarelli avrebbero occupato arbitrariamente un immobile di proprietà di un avvocato di Latina, senza più versare nel tempo alcun pagamento di affitto, ma trasformando al contrario l’appartamento nella base logistica di una piccola attività di spaccio di cocaina che veniva portata avanti per mantenere i familiari detenuti.

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