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Martina Scavelli arbitra di volley esclusa perché ‘troppo grassa’: ‘Mi dimetto, non sopporto più di essere pesata come le vacche’

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Martina Scavelli

La bilancia che diventa un incubo: il peso da tenere sotto controllo, quei centimetri in più che non vanno bene. E che vanno eliminati. La dieta ferrea da seguire, la paura anche di bere un bicchiere d’acqua. E le minacce, le umiliazioni continue. Se ne parla spesso e in più ambienti sportivi: dalla ginnastica ritmica, soprattutto dopo le denunce e lo scandalo degli ultimi mesi con molte ginnaste che hanno deciso di abbandonare, alla pallavolo. Mondi diversi, ma simili nelle dinamiche: bisogna essere perfetti. E la perfezione sta nelle misure giuste, in quel peso che deve rientrare nei ‘limiti’ : chi lo supera, chi non è nella ‘norma’ viene deriso, penalizzato. Ed escluso. Proprio come è successo a Martina Scavelli, arbitro di Serie B alla FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo). La ragazza aveva un’unica colpa: essere troppo grassa, non in linea con quei canoni. 

L’arbitra Martina Scavelli ‘troppo grassa’ e penalizzata

Se da un parte la pallavolista Paola Egonu ha tacciato l’Italia di essere razzista e di aver vissuto continue discriminazioni per via del colore della sua pelle, dall’altra c’è chi è stata esclusa nello stesso ambiente sportivo. E non perché nera. Ma grassa, oltre i limiti, a causa di quei chili di troppo. A dirlo Martina Scavelli, un’arbitro di volley della Serie B, che stanca di essere ‘misurata e pesata come si fa con le vacche’ ha deciso di dimettersi e di rinunciare alla sua più grande passione. Che negli ultimi anni era diventata un incubo, un’ossessione. Perché per poter essere lì, su quei campi, doveva rispettare dei parametri fisici. 

Il racconto 

“Ho operato al servizio della Federazione dal 2007, con grande senso di responsabilità, devozione e disciplina. Sono sempre stata consapevole dei regolamenti legati all’attività di arbitro e ho mantenuto un comportamento scrupolosamente osservante delle regole, anche in merito ai parametri antropometrici. Mi sono sempre autodenunciata nel momento in cui ho realizzato di superare i parametri imposti. Mi sono sempre autosospesa. A oggi, però, non sono disposta ad accettare che una carriera fondata sui sacrifici e sul massimo rispetto possa essere “calpestata” da imposizioni del genere che non prevedono soglie di tolleranza” – ha spiegato l’arbitro, ormai ex, sui social.
 
“Ho deciso di dire basta, per me e per tutti i GRASSI. Basta a delle regole che non sempre vengono fatte valere erga omnes. Basta alle vedute ristrette. Basta a un sistema che non si interroga se quei chili in più nascano da problemi di salute o periodi particolari della propria vita. Basta a chi si basa sui numeri e sotterra le emozioni”. Come se la capacità e la professionalità, come se quei chili in più andassero a ‘minare‘ e a mettere a rischio una partita di pallavolo. Lì, su quei campi, a differenza di quanto succede nel calcio, l’arbitro non deve correre. E allora perché escludere una ragazza solo sul numero segnato sulla bilancia? 

La sua battaglia 

“Lo sport dovrebbe unire, anziché emarginare. E io non voglio più essere messa all’angolo per qualche centimetro o qualche chilo in più. Ho superato i valori previsti di BMI e circonferenza addominale (nulla di eccessivo). Ho ricevuto una penalizzazione di 3 punti nell’ambito del punteggio Dirigenti di Settore e l’esonero dall’impiego fino al raggiungimento dei valori previsti. La penalizzazione mi porterà, a fine stagione, a passare dalla serie B al campionato regionale, facendo un enorme passo indietro” – ha spiegato Martina. E da qui, quindi, la decisione di dimettersi, di abbandonare. Lo ha fatto lei, da sola, prima che qualcuno lo decidesse al posto suo.
 
 
Martina è consapevole del suo fisico, dei suoi chili di troppo, ma ha pensato bene di rinunciare alla sua passione e al suo lavoro con la speranza che qualcosa cambi. In un mondo che guarda alla perfezione fisica, in quella realtà ‘falsata’ dei social, delle luci che illuminano i visi ed eliminano le rughe. E di quei continui ritocchi per sembrare giovani, perfetti, sempre più magri e in forma. Come se il tempo si fermasse. Quando, in realtà, forse siamo fermi in stereotipi e pregiudizi. “Sono grassa sì. Ma anche di contenuti, voglia di lottare e speranza. Io oggi ho scelto di amarmi un po’ di più” – ha spiegato l’ex arbitro di volley.
 
Lei ha avuto la forza di ‘ribellarsi’ a un sistema, molti non riescono a farlo e finiscono in quella trappola. Fatta di numeri, di peso da tenere costantemente sotto controllo, di umiliazioni e prevaricazioni. Lì dove la professionalità e la capacità di arbitrare una partita finiscono in fondo a una scala di priorità. Che mette in alto, al primo posto, valori e parametri fisici da rispettare. 
 
 
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