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Michelle Causo, gli amici della ragazza nei guai dopo il blitz a casa del killer: identificati in 40

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Raid via dusmet

Dalla protesta non violenta alla furia distruttiva. La commemorazione di Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa il 28 giugno a Primavalle, venerdì scorso ha preso una piega inaspettata. Un centinaio di ragazzi, tra chi la conosceva e chi invece ha aderito per senso di comunità, hanno fatto irruzione in via Dusmet, nell’appartamento dell’assassino, ora  in carcere. Un’iniziativa che quanti sono stati identificati nel gruppo di adolescenti, ora pagheranno con una denuncia: per la bravata il magistrato contesta i reati di violazione di sigilli, invasione di edifici, danneggiamento e manifestazione non autorizzata. Per questo motivo la Questura nel frattempo, ha disposto un servizio di vigilanza fissa sotto l’abitazione di Michelle Causo.

Blitz in via Dusmet

A distanza di un mese dalla tragica morta di Michelle Causo, il Comitato Primavalle-Torrevecchia ha organizzato per venerdì 28 luglio una manifestazione per ricordare la giovane residente, di comune accordo con amici e parenti della ragazza. Al corteo, partito da via di Torrevecchia e diretto in via Stefano Borgia, dove fu trovato il corpo della ragazza, hanno aderito diverse persone vicine a Misci, persino l’ex fidanzato, Flavio. Se una parte dei manifestanti ha proseguito pacificamente per le strade del quartiere, ricordando Michelle con ossequioso rispetto, una costola dei partecipanti ha deciso invece di sfogare la propria rabbia in via Dusmet, nell’appartamento dove il presunto assassino di origini cingalesi si è accanito sul corpo di Michelle sferrando almeno 20 coltellate.

Centinaia gli autori del blitz, che si sono staccati così dal corteo per un raid punitivo, soprendendo anche le Forze dell’Ordine, impegnate a vigilare sulla manifestazione cittadina, regolarmente autorizzata. Nel caos generale, sono stati identificate in tutto 40 persone, di età compresa tra i 15 e 19 anni. I giovani sono accusati di aver irrotto nell’abitazione aprendo con forza il portone della palazzina, forzando i sigilli apposti dalle autorità, manomettendo le serrature e distruggendo tutti gli arredi.

Comitato Primavalle-Torrevecchia: “Giustizia, non violenza”

Il messaggio che è emerso dalla manifestazione, originariamente di natura pacifica, ha assunto così una connotazione contraddittoria. Dopo giorni che il Comitato civico si è battuto per promuovere la non violenza e appellarsi alle istituzioni, i più giovani hanno deciso invece di farsi giustizia da soli, dando adito ad aggressioni e problemi per la viabilità. I partecipanti avrebbero infatti bloccato il traffico e aggredito dei conducenti visibilmente in difficoltà: una donna al volante di una macchina, costretta a fermarsi, è stata per esempio aggredita da alcuni ragazzi, che hanno preso a calci gli sportelli e rotto uno specchietto della vettura. 

La vendetta urbana non ha trovato d’accordo il Comitato Primavalle Torrevecchia, che ha così commentato: “Il comitato e le persone che vogliono bene a Michelle si dissociano dall’accaduto. Vogliamo giustizia, non violenza”. La risposta è stata eloquente: “Violenza è spesso giustizia”.

Protesta Primavalle

 

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