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Minacce di morte e tentato stupro, stalker torna libero: vittima sotto protezione

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Preso S.S. l'uomo che ha ripetutamente minacciato e vessato Cristina, dopo che nel 2021 tentò di stuprarla. Liberato per errore

La vita di C.S., la donna che da anni chiede di essere tutelata dal suo stalker, è appesa a un filo e solo l’intervento delle istituzioni può far sì che non si spezzi. C.S. teme che da un momento all’altro S.S., 36enne di origini indiane che minaccia di ucciderla, possa mantener fede alla sua promessa. È un timore che sembra essere fondato anche per i carabinieri della stazione di Villa Bonelli che lo hanno definito: ‘un soggetto pericolosissimo’. Per questo hanno provveduto nelle ultime ore a fornire una vigilanza costante alla vittima di stalking.

La vita di C.C. appesa a un filo

Non si tratta di allarmismi ingiustificati, ma di una minaccia concreta di femminicidio. L’uomo nel 2021 aveva già provato a stuprare C.C., l’ha minacciata più volte di morte telefonicamente e ha imbrattato il muro di casa sua col sangue. Dopo essere stato detenuto nel carcere di Rebibbia per 18 mesi con l’accusa di violenza sessuale e stalking, S.S. è finito nel Cpa, Centro di prima accoglienza, in attesa di essere espulso. Solo che S.S. è uscito mercoledì 12 luglio e da allora non si hanno più tracce dello stalker. C.C. teme che possa tornare però nella sua vita e farle del male.

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Femminicidio. Ass. Lucarelli: “Siamo in contatto con il legale per aiutarla”

L’appello di C.C. sta smuovendo le coscienze e richiamando l’attenzione delle istituzioni. “Cristina va salvata, non si può morire per un gap di comunicazione. Quello che è successo è gravissimo”, è intervenuta l’Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale Monica Lucarelli, ”Il mio assessorato è in contatto con l’avvocato di Cristina per capire di cosa la ragazza abbia bisogno”.

Tra le proposte ci sarebbe la tutela tramite centri antiviolenza, che si sono già messi a disposizione, ma per l’assessore Lucarelli “è assurdo che sia lei a doversi nascondere, a smettere di fare la sua vita, di andare a lavoro, di vivere libera e sicura. Sono certa che il ministro Piantedosi e la Questura si stiano già attivando per proteggere la ragazza e permetterle di vivere. Ma non basta, ci sono cose che non devono accadere. Nel 2023 non è ammissibile ci sia un gap di comunicazione, soprattutto se questo gap può costare la vita”.  

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