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Morte Gianmarco Pozzi, dietro il ‘giallo’ un traffico di droga: chi è stato arrestato

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Gianmarco Pozzi il ragazzo trovato morto sull'isola di Ponza

Non hanno mai creduto all’ipotesi dell’incidente, della caduta fatale o del suicidio. Loro, i familiari di Gianmarco Pozzi, l’ex campione di kickboxing originario di Frascati trovato senza vita il 9 agosto del 2020 a Ponza, hanno sempre pensato che dietro quella morte ci fosse altro. E a gran voce, a distanza di tempo, chiedono giustizia. Ancora non è chiaro cosa sia successo, perché secondo loro Gianmarco, che lavorava come buttafuori al Blue Moon di Ponza, locale conosciuto e amato dai più giovani, quelli della ‘movida’, sia stato ucciso, ma una certezza c’è: i Carabinieri hanno scoperto una fiorente e ben strutturata piazza di spaccio. Che vede protagoniste persone collegate proprio a Gianmarco Pozzi. 

Chi sono le persone indagate ‘vicino’ a Gianmarco Pozzi

Dopo la maxi operazione di Formia, con i 14 arresti all’alba di martedì scorso, i Carabinieri hanno passato al setaccio l’Isola di Ponza (e non solo) e hanno eseguito ieri mattina un’ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Cassino, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Con questa è stata disposta la custodia cautelare nei confronti di 8 persone: 5 sono agli arresti domiciliari, 3 hanno l’obbligo di presentazione alla P.G. 

Tutti i nomi degli arrestati

Tra di loro anche il coinquilino del pugile, di Gianmarco Pozzi, il ragazzo che il 9 agosto del 2020 è stato trovato senza vita, con la testa fracassata all’interno di un’intercapedine tra il muro di contenimento di un terreno e una villetta, proprio sull’Isola di Ponza. Ai domiciliari, quindi, è finito l’amico con il quale la vittima condivideva l’appartamento: si tratta del 28enne Alessio Lauteri, residente a Roma.

I provvedimenti cautelari, però, hanno riguardato anche Vincenzo P., 34enne di Ponza e titolare del Blue Moon, il locale dove lavoravano sia Gianmarco che Lauteri in quel periodo. E ancora, agli arresti Angelo e Ciro M., rispettivamente di 44 e 61 anni, residenti a Napoli e Afragola, e Antonio I. 28enne originario di La Spezia e residente a Roma.

Destinatari della misura dell’obbligo di presentazione alla pg due romani, che sono domiciliati a Ponza, Manuel M. e Marco B (39 anni entrambi), e Antonio P., 46enne residente a Pozzuoli. 

Come gestivano lo spaccio di droga da Roma a Ponza

L’organizzazione criminale, quella che aveva trasformato l’isola di Ponza da un luogo di villeggiatura a una centrale di spaccio, agiva sì lì, ma anche a Roma e nei Comuni della Provincia di Napoli. L’indagine dei militari di Formia ha permesso di ricostruire il periodo ottobre-novembre 2019, ma tutto è partito da agosto 2020, subito dopo la morte di Gianmarco Pozzi. 

La droga veniva acquistata a Roma, ma anche nell’hinterland del capoluogo campano. O meglio, le indagini hanno permesso di smantellare una fiorente attività di spaccio, molto attiva nel quartiere Laurentino 38 della Capitale. E per un volume di affari, rivelato dagli stessi indagati nelle intercettazioni, di 5.000 euro al giorno, con un fatturato complessivo di circa 150mila euro mensili. Ora l’organizzazione è stata smantellata, alle autorità competenti non resta che aumentare il livello di sicurezza sull’Isola di Ponza, mentre la famiglia di Gianmarco Pozzi continuerà a gridare ‘giustizia’. 

Il giallo sulla morte di Gianmarco Pozzi

Inizialmente si pensava che Gianmarco, forse sotto effetto di cocaina, fosse caduto. In realtà, invece, la perizia del medico legale ingaggiato dalla famiglia della vittima ha smontato quell’iniziale ricostruzione: il 27enne sarebbe stato prima massacrato, pestato di botte, poi gettato, con quella testa fracassata e le fratture multiple sul corpo, nell’intercapedine. E ancora, da una prima ricostruzione pare che lui e il suo coinquilino, Alessio, ora ai domiciliari, pochi giorni prima della tragedia fossero andati a Roma per acquistare la droga per Vincenzo P., titolare del Blue Moon. Nonostante, però, siano passati anni, la morte di Gianmarco resta ancora avvolta nel mistero e spetterà a chi indaga fare chiarezza. Intanto, l’attività di spaccio, che era ben consolidata sull’isola pontina, è stata smantellata. 

 

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