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Nuove restrizioni contro le varianti e la terza ondata: ipotesi lockdown nel weekend e coprifuoco anticipato

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Quali regioni zona arancione dal 24 gennaio 2022?

Centomila morti in Italia da inizio pandemia, un anno esatto dal primo e lungo lockdown. Convinti che con un po’ di sacrifici tutto sarebbe andato bene, proprio come quella frase scritta in ogni dove, come quegli striscioni appesi sui balconi delle case – da Nord a Sud. Eppure, dopo 365 giorni il termine “lockdown” torna a farsi sentire, ingombrante come non mai: i casi di Coronavirus continuano ad aumentare, così come le terapie intensive e i ricoveri. Ma c’è di più. A preoccupare gli esperti anche le varianti del virus che stanno circolando sempre di più – da quella brasiliana a quella inglese – e l’incubo terza ondata. Il nuovo Dpcm Draghi è entrato in vigore da pochissimi giorni, ma già si sta pensando di intervenire e inserire ulteriori misure restrittive per frenare i contagi. 

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Nuovo lockdown nel weekend? Tutte le ipotesi del Governo Draghi

Le nuove misure potrebbero entrare in vigore già dal prossimo weekend. E se ieri Draghi ha convocato una cabina di regia politica, stamattina alle 9 gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico ragioneranno sulla nuova stretta. Tra le ipotesi c’è il lockdown nel fine settimana in tutto il Paese, ma anche in quelle zone dove i contagi settimanali sono superiori ai 250 per 100.000 abitanti e un coprifuoco anticipato (anche di due o tre ore rispetto a quello attuale fissato alle 22). Una serrata totale nel weekend, molto probabilmente anche in quei territori in fascia gialla: qui scatterebbe la chiusura di bar e ristoranti, che ora possono restare aperti al pubblico fino alle 18. 

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Sul tavolo del Governo anche la chiusura dei negozi e dei centri commerciali lì dove i contagi sono alti, dove le scuole restano chiuse. Un dubbio c’è anche sulla riapertura di cinema e teatri prevista – nelle Regioni/Province Autonome in fascia gialla – per il 27 marzo: tutto, anche in questo caso, dipenderà dalla curva e dall’andamento epidemiologico. 

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Quello che sembra certo, a distanza di un anno dalla prima chiusura, è che bisogna proseguire sulla linea della prudenza. C’è chi addirittura vorrebbe un lockdown totale in Italia per almeno tre settimane, una serrata che sembrerebbe essere utile per far “respirare” gli ospedali e cercare di limitare la circolazione del virus (e delle sue varianti). Oggi, dopo la riunione del Comitato Tecnico Scientifico, si saprà con certezza se lo scenario dell’Italia è destinato a cambiare, ancora una volta. 

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