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Ostia, incendio al pub Casa Clandestina: la pista delle liti con i vicini

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Casa Clandestina

“Non mi sono arresto al Covid e alla morte, non mi arrenderò a questo”. E’ fermo, il titolare di “Casa Clandestina“, il pub di via San Quiriaco, a Ostia, dato alle fiamme ieri notte, intorno alle 3. Qualcuno ha prima rotto la vetrina, poi si è introdotto all’interno per dare origine a un’esplosione, avvenuta qualche minuto dopo.

“Sinceramente non ho parole, perché non facciamo nulla di male, anzi cerchiamo di dare il nostro contributo al quartiere, con vari progetti. Vogliamo essere un punto fermo per giovani e famiglie in questo territorio abbandonato. Adesso ci sarà da rimboccarsi le maniche, ma alla fine sappiate io che non mollerò mai”, commenta. “Nessuno mi fermerà con un po’ di benzina e una miccia”.

L’esplosione e poi l’incendio

E la miccia era in cucina. Lì, infatti gli inquirenti hanno trovato del materiale infiammabile, forse benzina, da dove è partito il rogo. Ma se inizialmente si poteva pensare a minacce legate al racket dell’estorsione, adesso si fanno largo altre ipotesi. Prende infatti piede l’idea di una “vendetta” da parte di qualcuno.

La polizia, che si sta occupando delle indagini, ha infatti escluso sin dal primo momento il collegamento con l’episodio analogo avvenuto un mese fa al Nalu Poke. L’incendio del 5 agosto di via Pietro Rosa avrebbe un’altra matrice. 

In questo caso, invece, più volte i vicini avrebbero allertato le forze dell’ordine, chiedendo di intervenire per controlli a causa della musica oltre l’orario consentito. Ma non solo: anche per decoro, per i rifiuti gettati nei cortili privati dai clienti del locale e per gli schiamazzi. 

L’ipotesi di una ritorsione è avvalorata dai tanti episodi, tra cui uno diffuso anche su Facebook a luglio, in cui si vede una Smart che, dopo essere uscita da un parcheggio riservato ai disabili, travolge gli arredi del locale. 
Adesso saranno gli agenti del X Distretto a dover capire cosa è realmente successo, utilizzando, per quanto possibile, le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.

Casa Clandestina

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