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Ostia, tolti i sigilli a 5 chioschi: riaprono gli stabilimenti a Castel Porziano

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Chioschi Castel Porziano

Castel Porziano, finalmente una buona notizia: i villeggianti delle spiagge di Ostia potranno tornare a usufruire dei cinque stabilimenti posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza lo scorso ottobre, a seguito dei controlli della Procura di Roma sulle autorizzazioni relative ai chioschi. I sigilli, infatti, sono stati tolti, in attesa dell’autorizzazione formale alla riapertura.

A spiegarlo ai nostri microfoni è il minisindaco Mario Falconi, Presidente del X Municipio. “I sigilli sono stati tolti grazie al fatto che sono stati sanati gli abusi che negli anni erano stati fatti. Adesso abbiamo la concessione per 6 anni. Proprio oggi abbiamo rifatto i 45bis per la gestione dei chioschi”.

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Le riaperture degli stabilimenti: servono alcuni giorni

Grazie alle autorizzazioni i concessionari potranno restare aperti fino al 30 settembre. Ma, prima di poter alzare le serrande, c’è un passaggio fondamentale da fare. “Adesso manca ancora la firma da parte della Capitaneria di Porto: noi abbiamo chiesto l’autorizzazione per quanto riguarda la somministrazione di cibi e bevande, il noleggio dell’attrezzatura come lettini e ombrelloni e tutta una serie di cose utili per la stagione balneare. Vediamo cosa verrà rilasciato. Si tratta di una concessione provvisoria in attesa del nuovo bando che coprirà l’intera concessione”.

Quali sono allora i tempi di riapertura per i chioschi? “Noi passeremo i 45bis oggi stesso alla Capitaneria di Porto. Ma i tempi di riapertura, anche se la Capitaneria ci dovesse rispondere nel giro di poche ore, sarebbero comunque un po’ più lunghi. Servono sicuramente alcuni giorni ai gestori per organizzarsi per fornire un servizio ottimale alla cittadinanza. Il grosso è stato fatto con il ritiro della concessione. Adesso è tutto in discesa. Si tratta di pochi giorni, poi potranno riaprire”. I gestori, infatti, adesso dovranno trovare il personale, calcolando che molti addetti sono magari andati a lavorare altrove. Poi dovranno verificare le attrezzature come le friggitrici o i frigoriferi, che vanno sottoposti a manutenzione. Dovranno poi rifornirsi della merce, quindi fare gli ordini.

 “Con questo passaggio – conclude Falconi – abbiamo sanato un’illegalità di 20 anni. Non è una cosa da poco: era una cosa non chiara e non definita che durava da due decenni. Al di là degli abusi, non era mai stato definito nulla su come procedere per questi chioschi, cosa che invece finalmente noi abbiamo fatto”.

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