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Pomezia, incendio nella discarica di amianto, l’accusa di Latium Vetus: ‘Disastro ecologico annunciato, dov’è stato il Comune in questi anni?’ (FOTO E VIDEO)

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Martedì 28 giugno 2022 un grave incendio (l’ennesimo) ha devastato la discarica di amianto di Valle Caia a Pomezia, vera e propria ‘bomba ambientale’ protagonista nel 2009 di arresti a causa di un traffico illecito di amianto in matrice friabile, pericoloso per la salute.
La situazione appare gravissima già da moltissimo tempo. Se non alle istituzioni, perlomeno ai residenti di via di Valle Caia, che alcune settimane fa hanno contattato l’Associazione Latium Vetus APS per denunciare lo stato della discarica (poi colpita subito dopo dall’incendio) e fornire alcune fotografie che proverebbero le condizioni in cui versava.
I teli, che avrebbero dovuto costituire una barriera posta a protezione dal cumulo di amianto, apparivano del tutto consunti e strappati, le lastre esposte a vista tra l’erba alta e secca (quella che poi ha veicolato l’incendio), e gli arbusti cresciuti persino tra le lastre di amianto. Una situazione di totale degrado”.

Le accuse contro il Comune di Pomezia

“Da oltre vent’anni, la discarica di amianto di Valle Caia costituisce un pericolo per la salute dei cittadini – dichiara Giacomo Castro, presidente dell’Associazione – Già dai tempi del Sindaco De Fusco del Partito Democratico, il Comune di Pomezia era perfettamente al corrente della gravità della situazione, allorquando, nel 2009 con una sventagliata di arresti, venne alla luce un traffico illecito di amianto, di matrice pericolosa per la salute. Allo stesso modo, la gravità della situazione era perfettamente nota ai sindaci Fabio Fucci e Adriano Zuccalà, entrambi del Movimento 5 stelle”.  

L’incendio del 2020

Il 6 luglio 2020 un nuovo incendio sconvolge la discarica. “Quali azioni ha posto in essere il Comune  (o ha preteso l’opposizione comunale) in modo da tutelare efficacemente la salute pubblica?”, chiede Castro. “Il sospetto è che, concretamente, non sia stato fatto nulla che mettesse al riparo, una volta per tutte, dai rischi.
“Lo sa bene il sindaco Adriano Zuccalà, che il 04 aprile 2019 ed il 30 luglio 2020 ha emesso due ordinanze con le quali intimava alla società proprietaria dell’area di ‘redigere ed attuare un piano di manutenzione periodica del sito, ed in particolare il ripristino dei teli di protezione del materiale contenente amianto che risultavano mancanti, ed inoltre al taglio della vegetazione secca ed infestante ed alla realizzazione di una fascia parafuoco perimetrale’. Leggete con i vostri occhi cosa è scritto in particolare nella seconda di queste due ordinanze, emessa subito dopo l’incendio del 6 luglio 2020″. 

L’ordinanza post incendio del 2020 emessa da Zuccalà 

1.Osservato inoltre che la suddetta Società allo stato attuale risulta aver disatteso le prescrizioni contenute nel suddetto dispositivo e sollecitate con la nota prot. n. 0065158/2019 del 04/07/2019, con particolare riferimento alla verifica dell’integrità dei teli di ricoprimento degli abbancamenti presso l’ex discarica di cemento-amianto (Eternit) ed al ripristino/realizzazione ex – novo di quelli mancanti e/o irrimediabilmente deteriorati, mettendo così in serio pericolo la salute pubblica e le matrici ambientali in caso di evento accidentale (anche di tipo “incendio”) potenzialmente in grado di interessare il materiale contenente amianto ivi abbancato e la conseguente aero-dispersione di fibre nella misura superiore ai valori previsti dalla legge;

2.Ritenuto che in relazione a quanto sopra sussiste e perdura un serio rischio per la salute pubblica e per l’ambiente connesso con l’innesco accidentale di focolai di incendio di sterpaglie che possono coinvolgere le oramai presumibilmente ampie porzioni, prive di teli di copertura, degli abbancamenti di amianto compatto, che, oltre al progressivo naturale degrado superficiale per azione degli agenti atmosferici, può quindi determinare la dispersione in atmosfera delle fibre e di altri composti aeriformi, prodotti di combustione, dannosi per la salute umana;

“La politica pometina (sia la maggioranza a 5 stelle, ma anche le varie opposizioni… quelle che ora gridano allo scandalo!), tutti, erano perfettamente consapevoli dei rischi per la salute dei cittadini”, riprende Castro. “Sono state rispettate le prescrizioni contenute nelle due ordinanze? Sembrerebbe proprio di NO, perlomeno, a guardare le fotografie che ci sono state fornite e a sentire l’esasperazione dei cittadini residenti che lamentano di essere inascoltati da anni.
Del resto, non è stato evitato nemmeno l’ultimo (ennesimo) incendio, quello che martedì 28 giugno ha ulteriormente sconvolto la discarica di amianto e ha fatto sollevare un denso fumo nero che è poi stato sospinto dai venti in direzione del centro abitato di Pomezia”.

L’accusa

In questi anni – conclude il presidente dell’Associazione Latium Vetus – dov’era il Comune di Pomezia? Dove sono le istituzioni? Dove sono, da anni, la maggioranza (e anche le opposizioni)?
Il limite è stato superato. La salute di noi cittadini vale e deve essere concretamente tutelata”.

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